Tornava a tarda sera verso casa, nel cuore antico della sua città. Malandato, oscuro, inquietante per chi vi capitava per caso, i bei palazzi seicenteschi feriti dal tempo, con i grandi portoni spesso sorretti da pali di legno per reggere i danni del terremoto.
Di notte ci incontravi gente un po’ strana, di quella che, appena ti vede da lontano, ti sfugge chinando il capo o invece ha paura di rimanere da sola e starebbe lì a parlare con te finché non arriva il nuovo giorno.
Alle prime luci dell’alba appariva invece una umanità vivace che usciva presto per recarsi al lavoro al mercato e si incrociava con chi tornava a casa dalla pesca o da altri lavori di cui si preferiva non parlare troppo.
Nel suo cammino, passando davanti ad un piccolo locale dove spesso suonava anche lui, sentì una musica provenire dall’interno.
E come suonano! Chi sarà mai?
Entra dentro e si stropiccia gli occhi, non è possibile… Walter Davis Jr., il leggendario pianista che ha suonato con Charlie Parker, era lì seduto davanti alla tastiera del pianoforte verticale, che sembrava ancora più piccolo di fronte alla sua stazza imponente .
E con lui il grande Bob Mover che, come un dannato, soffiava puro be bop nel suo sax.
Come diavolo erano capitati in quel piccolo club, senza che nessuno ne sapesse niente?
Solo quattro gatti ad ascoltarli e allora si siede proprio lì, sotto al piano,gli occhi chiusi, a godere, fino a che l’ultima nota si spegne insieme alle luci del locale.
I musicisti ora stanno raccogliendo le loro cose ma lui non può lasciarli andare via così, non resiste, si presenta, scambia qualche chiacchiera con loro.
E Walter,pensando forse di essere a New York, gli fa:
“Sei un pianista? Ho ancora voglia di suonare. Dove c’è qualche altro club per continuare la serata?”
Come spiegargli che quello è l’unico posto in tutta la città dove si suona?
E allora ,senza pensarci su troppo,gli dice:
”Vieni su a casa mia? È qui vicino e c’è un pianoforte.”
E così parte questa strana processione per i vicoli antichi, lui davanti insieme a loro due, e man mano nella notte, come al richiamo del pifferaio magico, in tanti si accodano, in una lunga fila di penitenti in cerca della salvezza.
Arrivati a casa hanno tutti fame e allora vai con un bel piatto di spaghetti ,innaffiato dal dolce vinello cilentano della vecchia zia. Si sta bene a tavola,si scherza, si ride,si raccontano storie vecchie e nuove.
E poi ad un tratto tutti zitti e seri mentre Walter racconta di quando smise di suonare per qualche tempo, tornando a cucire vestiti nella sua amata sartoria!
Durante la cena suona spesso il campanello, continuano ad arrivare alla porta amici ma anche sconosciuti mai visti prima. Non ci sono ancora i telefonini, chissà come lo hanno saputo, ma il richiamo è irresistibile e ormai la casa è piena come un uovo.
E la cena si conclude con tutta la tavolata a guardare Walter che, presa una piccola pera dal tavolo, la mette in bocca tutta intera e dopo un poco, con grande eleganza ,ne tira fuori solo il picciolo spolpato ben bene!
E allora ora si suona? Ma sono ormai quasi le due, è tardi… e va bene… però solo qualche pezzo!
Ma come fermare la magia ? E si continua così per tutta la notte,senza sosta, con le note di Walter e Bob che viaggiano nell’aria e l’incanto che avvolge e per fortuna non ha ancora abbandonato questo mondo. È quasi l’alba quando, dopo un grande abbraccio, tutti vanno via.
Ora è rimasto solo,non riesce a dormire, gira per casa ancora frastornato, sedendosi ogni tanto al piano a provare qualche accordo che ha rubato al maestro.
Scende allora per prendere una boccata d’aria ma ,quando si accinge all’ultima rampa di scale,ecco la sorpresa.
Parata di fronte a lui si staglia la mitica signora Carmela, per diritto divino regina incontrastata del palazzo, ai cui ordini si obbedisce senza fiatare.
Lo sta aspettando nell’androne del palazzo e, con le mani ben piantate sui fianchi della sua imponente figura, scandisce lentamente :
“Complimenti,avete fatto proprio un bel concertino stanotte a casa vostra!”
Si prepara a balbettare qualche ridicola scusa, quando lei, sfoggiando soddisfatta i quattro denti che le sono rimasti, in un ghigno che vorrebbe essere un sorriso,esclama:
“Bravi bravi, a mio figlio è piaciuto assai assai! È rimasto sveglio tutta la notte per sentire la musica.”
Circa un anno dopo seppe che Walter era volato via in cielo.
E a volte,quando l’alba lo coglie ancora sveglio, gli piace immaginarlo suonare il pianoforte, con il manichino da sarto al suo fianco, una piccola pera sul tavolo, e la signora Carmela che lo guarda sorridendo.
Gaspare Di Lieto
- Foto di copertina di Bill May.
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