Cos’è per te la poesia?
Avendo conseguito una laurea in letteratura inglese a Oxford, ho avuto il privilegio di studiare poesia per tre anni interi – da Chaucer a Shakespeare, da John Donne a Keats.
Rimangono alcuni dei miei poeti preferiti e, sebbene ora legga poesia con minor frequenza, continuo ad amarla e considerarla la forma di espressione più ricca ed evocativa di qualsiasi lingua.
Hai un ricordo connesso a una poesia?
Da adolescente mi capitò di vedere un docufilm della BBC su Gerard Manley Hopkins, nato nel 1844 e in seguito divenuto prete gesuita. Le poesie incluse nel programma erano diverse da qualsiasi cosa avessi letto fino a quel momento: Hopkins era intensamente consapevole della bellezza della Natura, da lui considerata come una manifestazione del Divino, e i suoi versi riuscivano a malapena a contenere la gioia che gli trasmetteva. Ricordo la scena in cui vide un gheppio librarsi in cielo, durante una passeggiata – esperienza che ispirò una delle sue poesie più note, “The Windhover”. Da allora ho letto tutto quello che sono riuscita a trovare di Hopkins e ho anche imparato a memoria “The Windhover”. Riesco ancora a recitarla oggi, dopo tanti anni.
Quale libro di poesia (o poeta) ha acceso la tua immaginazione?
La rivisitazione dell’“Iliade” di Christopher Logue, “War Music”, è una delle opere poetiche più potenti che io abbia mai letto. L’ho ascoltata dal vivo una volta, nell’interpretazione del grande Alan Howard: un’esperienza esaltante! L’opera cattura infatti la muscolarità del verso epico classico e riesce al contempo a essere assolutamente moderna – sia nel tono, sia nel
linguaggio. Altamente consigliata.
Cara Hunter, autrice di thriller polizieschi e bestseller del Sunday Times, vive a Oxford, città in cui ha ambientato la serie con protagonista l’ispettore Fawley. I suoi libri sono pubblicati o in corso di traduzione in 25 Paesi, con vendite che già sfiorano il milione di copie. In Italia ha pubblicato “Mistero a Canal Manor” e “Dentro il buio”, entrambi nel 2023 con Edizioni Piemme.
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