Un nuovo piccolo gioiello dall’archivio di Casa della poesia, “Antenati / Antepasados” di Juan Carlos Mestre, voce fondamentale del panorama poetico spagnolo contemporaneo. La traduzione è di Raffaella Marzano e Guadalupe Grande, il video è stato realizzato nel corso di Napolipoesia del 2010 con i musicisti Massimo Mollo, Andrea Sensale, Ferdinando Gandolfi, Massimiliano del Gaudio. Mestre è uno straordinario cantastorie visionario che crea immagini nelle quali realtà e invenzione si intrecciano in atmosfere incantate. Le foto sono di Andrea Pecchioli.
JUAN CARLOS MESTRE
Antenati
Dove comincia la mia memoria?
AMOS OZ
I miei antenati inventarono la Via Lattea,
diedero a questa intemperie il nome della necessità,
la fame la chiamarono muraglia della fame,
alla povertà posero il nome di tutto ciò che non è estraneo alla povertà.
Poco è quello che un uomo può fare con il pensiero della fame,
a malapena disegnare un pesce nella polvere dei cammini,
a malapena guadare il mare in una croce di legno.
I miei antenati attraversarono il mare su una croce di legno,
ma non chiesero udienza,
così che vagarono per i fascicoli
come i ricci e i ramarri vagano per i sentieri dei villaggi.
E giunsero agli arenili,
negli arenili la terra è scintillante come le squame di pesce,
la vita negli arenili ha solo lunghi giorni di pioggia e poi lunghi giorni di vento.
Poco è quello che può fare un uomo che nella vita ha avuto solo queste cose,
a malapena starsene a dormire sdraiato nel pensiero della fame
mentre ascolta la conversazione dei passeri nel granaio,
a malapena seminare legna di fiore sul lenzuolo degli orti,
andare scalzo sulla terra scintillante
e non seppellire in essa i suoi figli.
I miei antenati inventarono la Via Lattea,
diedero a questa intemperie il nome della necessità,
attraversarono il mare su una croce di legno.
Allora posero nome alla fame perché il padrone della fame
si chiamasse signore della casa della fame
e vagarono per i cammini
come i ricci e i ramarri vagano per i sentieri dei villaggi.
Poco è quello che può fare un uomo con le briciole della pietà,
mangiare pane bagnato nei giorni di pioggia a cui poi seguiranno lunghi
giorni di vento
e parlare della necessità,
parlare della necessità come si parla nei villaggi
di tutte le cose piccole che si possono avvolgere con cura in un fazzoletto.
Traduzione di Raffaella Marzano e Guadalupe Grande
Juan Carlos Mestre
Antepasados
¿Dónde comienza mi memoria?
AMOS OZ
Mis antepasados inventaron la Vía Láctea,
dieron a esa intemperie el nombre de la necesidad,
al hambre le llamaron muralla del hambre,
a la pobreza le pusieron el nombre de todo lo que no es extraño a la pobreza.
Poco es lo que puede hacer un hombre con el pensamiento del hambre,
apenas dibujar un pez en el polvo de los caminos,
apenas atravesar el mar en una cruz de palo.
Mis antepasados cruzaron el mar sobre una cruz de palo,
pero no pidieron audiencia,
así que vagaron por los legajos
como los erizos y los lagartos vagan por los senderos de las aldeas.
Y llegaron a los arenales,
en los arenales la tierra es brillante como escamas de pez,
la vida en los arenales sólo tiene largos días de lluvia y luego largos días de viento.
Poco es lo que puede hacer un hombre que solo ha tenido en la vida estas cosas,
apenas quedarse dormido recostado en el pensamiento del hambre
mientras oye la conversación de los gorriones en el granero,
apenas sembrar leña de flor en la sábana de los huertos,
andar descalzo sobre la tierra brillante
y no enterrar en ella a sus hijos.
Mis antepasados inventaron la Vía Láctea,
dieron a esa intemperie el nombre de la necesidad,
atravesaron el mar sobre una cruz de palo.
Entonces pusieron nombre al hambre para que el amo del hambre
se llamara dueño de la casa del hambre
y vagaron por los caminos
como los erizos y los lagartos vagan por los senderos de las aldeas.
Poco es lo que puede hacer un hombre con las migas de la piedad,
comer pan mojado los días de lluvia a los que luego seguirán largos días de viento
y hablar de la necesidad,
hablar de la necesidad como se habla en las aldeas
de todas las cosas pequeñas que se pueden envolver con cuidado en un pañuelo.
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