Ho incontrato Ines Figini per il mio libro di interviste “Tre giorni nella vita” e conoscerla è stato un grande privilegio. Era importante per me perché sono originario di Concordia sulla Secchia, un piccolo paese della provincia modenese, e lì, tra le ombre della Storia, arrivava anche quella del Campo di Fossoli.
Ines mi ha raccontato la sua storia, quella di una ragazza di 22 anni arrestata il 6 marzo 1944 per aver difeso alcuni colleghi in fabbrica e deportata prima ad Auschwitz e poi a Ravensbruck.
Ora lei non c’è più, se n’è andata il 26 settembre 2020, all’età di 98 anni. Di lei resta però il segno tracciato da un’umanità così profonda da renderla capace di perdonare. E che emerge, nella sua dimensione più intima, dal ricordo di Barbara, la sua amata pronipote.
“Ines era una donna sempre pronta ad affrontare le avversità a viso aperto ma anche estremamente serena, nonostante quello che aveva passato.
In gioventù fu una scalatrice e sciatrice esperta: amava tantissimo la montagna! Ricordo un Natale trascorso con lei in una capanna sul lago Palù, in Valtellina: al mattino mettevamo gli sci ai piedi con le pelli di foca per raggiungere gli impianti di risalita, sciavamo fino al tardo pomeriggio e poi scendevamo di nuovo al rifugio! Avevo solo 9 anni e ogni tanto sentivo nostalgia di casa, ma giocavamo tanto a carte e lei riusciva sempre a farmi sorridere. Ci si scaldava col fuoco del camino, si cucinava sciogliendo la neve nel paiolo della polenta e si era completamente immersi nella natura! Le sue erano lezioni di vita, mi ha insegnato a godere delle piccole cose.”
Massimo Baraldi
Voce narrante: Claudia Donadoni
Altre voci: Ines Figini, Massimo Baraldi
Audio e musiche originali: Giovanni Bataloni
Altre musiche: “Wiegala”, di Ilse Weber, la ninna nanna dei bimbi di Auschwitz, è eseguita da Giovanni Bataloni
Testi di Massimo Baraldi tratti da: “Tre giorni nella vita” (Multimedia Edizioni, 2019)
© Casa della Poesia di Baronissi / Salerno
Ines Figini (1922 – 2020), deportata nei campi di concentramento di Mauthausen, Auschwitz-Birkenau e Ravensbruck quando non aveva ancora 22 anni. Non ebrea, non partigiana, era una giovane operaia in un’importante azienda di Como che aderì allo sciopero generale del marzo 1944. Fu arrestata perché difese alcuni colleghi operai che avevano promosso lo sciopero. Ha atteso molti anni prima di parlare in pubblico della sua vicenda raccontata nel libro Tanto tu torni sempre e nei numerosi incontri con studenti e docenti. Ines Figini è stata nominata commendatore della Repubblica nel 2004 dall’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi