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Damiana De Gennaro: Il tanka d’avanguardia, Tsukamoto Kunio e Nakajō Fumiko. (1).

Damiana De Gennaro è nata a Vico Equense nel 1995. È laureanda in ​Letterature e Culture comparate presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha trascorso un anno in scambio presso l’Università Tōhoku, in Giappone. Ha pubblicato ​Aspettare la rugiada ​(Raffaelli, 2017) e ​Shibuya Crossing ​(Interno Poesia, 2019; premio Ceppo Pistoia sezione Under 35, 2021). È inclusa in diverse antologie, tra cui: ​Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90. Vol. I ​(Interno Poesia, 2019), Abitare la parola. Poeti nati negli Anni Novanta ​(Ladolfi, 2019), Versi Vegetali (Homo Scrivens, 2021). Alcune poesie tradotte in spagnolo compaiono su Cuaderno de traducción. Veinte voces de la poesía italiana contemporánea (1949-2001), (Colecion Anverso, 2021).

In giapponese, tanka significa “poesia breve”. La parola si riferisce a un genere di poesia che affonda le radici nella tradizione classica e prevede l’alternanza metrica di versi in 5-7-5 sillabe nella strofa superiore e 7-7 sillabe in quella inferiore. Se lo haiku, forma metrica che suddivide il verso in 5-7-5 sillabe, fa affidamento sul potere evocativo delle immagini, il tanka tende a un maggiore lirismo e ha regole meno restrittive: non richiede infatti l’impiego di un vocabolo che si riferisca alla stagione, e nemmeno di una cosiddetta “parola che taglia”, spesso usata dai poeti di haiku per creare un effetto di sospensione del tempo e dello spazio.

I poeti di tanka attivi nel ventesimo secolo scrivevano, generalmente, nell’ambito di circoli guidati da insegnanti. Non fu questo il caso di Tsukamoto Kunio 塚本邦夫 (1922-2005). Quasi nessuno, infatti, fece attenzione all’uscita della sua prima raccolta di poesie: Suisō Monogatari, edita nel 1951. Un sontuoso elogio, tuttavia, arrivò dallo scrittore Mishima Yukio che, in una lettera indirizzata al poeta esordiente, scrisse: “Hai restaurato un genere importante della sensibilità estetica giapponese, che il processo di modernizzazione aveva tralasciato”.[1]

Il movimento “tanka d’avanguardia”, di cui Tsukamoto Kunio è considerato uno dei maggiori esponenti, ha origine nei mass-media giapponesi nella metà degli anni Cinquanta. La mancanza di una definizione più appropriata ha favorito la diffusione di tale espressione per indicare la scrittura di alcuni giovani poeti che, servendosi di un immaginario originale e una tecnica audace, fecero breccia nella sensibilità dei lettori contemporanei. Il movimento può essere inteso come un revival del modernismo, che, nel periodo immediatamente post-bellico, aveva perso la sua influenza. A differenza dei modernisti, l’istanza poetica di questa generazione è caratterizzata da un minore lirismo e una rinnovata coscienza sociale. Più eruditi nella tecnica, i poeti d’avanguardia tendevano a essere ironici nel tono e ricercati nell’espressione.

A proposito di poetica, Tsukamoto Kunio scrisse: “che scopo potrebbe avere la forma del tanka se non quella di mostrare delle visioni?”. La sua poesia è infatti carica di immagini filtrate dall’occhio della mente. Tali visioni lasciano intravedere un universo caotico i cui componenti non trovano armonia. Come spesso accade anche ai poeti di haiku, Tsukamoto Kunio sfrutta la forma fissa del tanka presentando confronti stranianti. In un certo senso, la sua poesia si potrebbe dire “imagista”, anche se tale definizione non risulta pienamente adeguata, considerato lo stretto legame con la tradizione del waka.

             Tanka
di Tsukamoto Kunio:

バラ積む手
銃支える手
愛抱く手
手の時計が指す
二十五に  



mani che colgono rose
mani che impugnano fucili
mani nelle mani amate
mani sugli orologi che indicano
la venticinquesima ora
結婚衣装
縫綴りゆく
鋼鉄の              
ミシンの中の
暗きからくり  
l’abito da nozze
oscuramente cucito
nella macchina
d’acciaio
è un gioco di prestigio
 喜劇映画
見ている時も
すぐそこに
冷たき光
もる非常口
anche mentre
guardo una commedia
si diffonde
il bagliore freddo
dell’uscita di emergenza  
初夏の
夕べ額を
光らせて
保険屋が遠き
死を売りに来る  
inizio estate:
la sera illumina la fronte
dell’assicuratore
venuto a vendere
una lontana morte
予感夕暮れ
あわき光に
立つ我や
魂魄は
金箔の類か  
nella luce debole
della sera primaverile
il presentimento
che l’anima sia
una foglia dorata

Se i tanka di Nakajō Fumiko 中城ふみ子(1922-1954) possano essere definiti d’avanguardia o no, è ancora materia di dibattito. Non esistono dubbi, tuttavia, sul fatto che la radicalità e l’audacia dei suoi versi ebbe uno straordinario impatto sui suoi contemporanei. Nakajō Fumiko è una fra i pochi poeti giapponesi ad aver avuto la propria vita raccontata in un film commerciale. Chibusa yo eien nare, tradotto in inglese come The Eternal Breasts e conosciuto anche come Forever a Woman, fu diretto da Tanaka Kinuyo nel 1955. Sfortunatamente, Nakajō Fumiko non visse abbastanza a lungo da poter guardare il film. Il carattere intrepido dei suoi testi aveva radici esistenziali: nel periodo in cui scrisse le poesie per cui sarebbe stata ricordata, sapeva che sarebbe presto morta a causa di un cancro al seno.

Nakajō Fumiko aveva provato a comporre tanka durante gli anni di studio a Tokyo, ma non aveva mai preso la scrittura seriamente, almeno fino a quando la sua vita matrimoniale non divenne insopportabile. Nel 1946 si unì a un gruppo di poeti e iniziò a pubblicare su piccole riviste. All’improvviso, quando nel 1954 una selezione di sue cinquanta poesie vinse un premio nazionale, il suo nome iniziò a circolare. Due mesi dopo, una prestigiosa rivista pubblicò cinquantuno sue poesie con una prefazione di Kawabata Yasunari.

“Quando mi sono confrontata col terrore di un male incurabile”, disse, “sono stata per la prima volta condannata al mio destino, e quella condanna ha permesso alle mie mani di toccare la vita nel suo strato più profondo”. Nakajō Fumiko sentì forse che il limite di sillabe del tanka corrispondeva alla sua vita confinata dall’esperienza del cancro. Esprimendo cosa c’era alla base della sua esistenza, trasformò il tanka in un’arma per combattere il terrore della morte.

Tanka di Nakajō Fumiko:


白きくらげ
に混じりて我の
ちぶさ浮く
きしを探さむ
またも眠りて  



le bianche meduse
che galleggiano con i miei seni
cercano una riva:
adesso è ora
di tornare a dormire
黒き裸木
の枝に紐など
見えながら
くびれし我は
おらざるある日  
un giorno ho visto
una corda pendere dai rami
neri di un pruno
ma non si vedeva
il mio corpo senza vita
我ににし
ひとりの女
不倫にて
乳そぎの刑に
あわざりしや古代に  
forse mi somiglia
quella donna a cui
per adulterio
mille anni fa
furono tagliati via i seni
失いし我の
乳房ににし
丘あり冬は
かれたる花が
飾らむ  
fiori putrefatti
decorano in inverno
la collina
che la stessa forma
del seno che ho perduto
 我がうちの
脆き部分を
ゆりいでて鰭
長く泳ぐ
赤き金魚は  
dall’interno
del mio corpo fragile
guizzano fuori
pesci rossi –
le loro lunghe pinne


Bibliografia

Chamberlain, Basil, Hall, The classical poetry of the Japanese, London, Trübner & Co, 1880.

Shirane H., Suzuki T., History of Japanese Literature, Cambridge, Cambridge University Press, 2016.

Tipton Elise K., Il Giappone moderno. Storia politica e sociale, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2011.

Ueda, Makoto, Modern Japanese Poets and the Nature of Literature, Stanford, Stanford University Press, 1983

Ueda, Makoto, Modern Japanese Tanka: An Anthology, New York, Columbia University Press, 1996.



[1] Ueda, Makoto, Modern Japanese Tanka, An Anthology, pag. 194.


Immagine di copertina: Faye Wei Wei, “The effect of moon baths was unknown” (2017).

Gen 27, 2022Sguardo Orientale
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3 years ago Scritture, Sguardo OrientaleDamiana De Gennaro, Nakajō Fumiko, Poesia giapponese, Tanka, Tsukamoto Kunio1,102
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