Una nuova sorpresa per la “poesia della settimana”, dedicata oggi ad uno dei nomi più importanti e prestigiosi della poesia e della cultura nera americana di lingua inglese, Langston Hughes, protagonista di quella Negro Renaissance, di quella Harlem che faceva crescere e diffondeva la cultura nera. Poeta, drammaturgo, corrispondente dal fronte dei repubblicani durante la guerra civile in Spagna, grande interprete del legame tra poesia e musica jazz, presentiamo qui una delle sue poesie più famose e significative “Anch’io / I, too“. Si tratta di un manifesto di resistenza, rivendicazione e impegno della comunità nera in America. La traduzione è di Raffaella Marzano. Come al solito trovate in questa pagina insieme al testo originale e alla sua traduzione anche la bella lettura di Langston Hughes. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, democratica e condivisa.
Langston Hughes
Anch’io
Anch’io canto l’America.
Io sono il fratello più scuro.
Mi mandano a mangiare in cucina
quando viene gente,
ma io rido,
e mangio bene
e divento forte.
Domani,
siederò a tavola
quando verrà gente.
Nessuno
oserà dirmi:
“Va’ a mangiare in cucina”,
allora.
E poi,
vedranno come sono bello
e si vergogneranno:
anch’io sono America.
Traduzione: Raffaella Marzano
Langston Hughes
I, Too
I, too, sing America.
I am the darker brother.
They send me to eat in the kitchen
When company comes,
But I laugh,
And eat well,
And grow strong.
Tomorrow,
I’ll be at the table
When company comes.
Nobody’ll dare
Say to me,
“Eat in the kitchen,”
Then.
Besides,
They’ll see how beautiful I am
And be ashamed—
I, too, am America.
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