La poesia della settimana è dedicata ad un grandioso poeta argentino, uno dei maggiori poeti latinoamericani dello scorso secolo, Juan Gelman (1930-2014), Premio Cervantes nel 2007. Gelman ha vissuto in prima persona gli orrori della dittatura e dell’esilio che hanno sconvolto il suo paese e la sua famiglia (figlio e nuora uccisi, nipote data in adozione con falso nome) e ha lottato tutta la vita per la restituzione della memoria ai desaparecidos. Poeta di straordinaria intonazione lirica e valenza civile, è stato uno dei poeti più importanti di lingua spagnola del secondo Novecento. La poesia scelta si intitola “Come? / ¿ Cómo ?”, la traduzione è di Laura Branchini (dal volume Valer la pena (Guanda, 2007) e in questa pagina potete come al solito leggere testo originale, traduzione e soprattutto ascoltare la bella lettura di Juan Gelman. Continua l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Juan Gelman
Come?
Come sa Andrea che la poesia non ha corpo, non ha cuore e
nel suo alito di bimba avviene o può avvenire
e parla di ciò di cui sempre non parla?
Nella bocca caglia il mondo e alla luce
di passati che Andrea ignora per mai
la sua memoria è una casa nuova dove
altri volti vivranno,
altre aurore, altri pianti.
Meglio così.
Tutto ciò che sprofonda adesso, questo tempo che si dissolve,
saranno per lei pagine ingiallite.
Un giorno saprà che esistettero come lei stessa,
fra l’immaginario e il reale.
Ah, vita, quale domani
quando finirai di scrivere!
Traduzione: Laura Branchini
Juan Gelman
¿ Cómo ?
¿Cómo sabe Andrea que la poesía no tiene cuerpo, no tiene corazón y
en su hálito de niña pasa o puede pasar
y habla de lo que siempre no habla?
En la boca cuaja el mundo y a la luz
de pasados que Andrea ignora para nunca
su memoria es una casa nueva donde
otros rostros vivirán,
otros amaneceres, otros llantos.
Mejor así.
Todo lo que se hunde ahora, este tiempo que se disuelve,
serán para ella páginas amarillentas olvidables.
Un día sabrá que existieron como ella misma,
entre lo imaginario y lo real.
¡Ah, vida, qué mañana
cuando termines de escribir!
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