La “poesia della settimana” è A Boy Neighborhood / Un ragazzo del quartiere della straordinaria Devorah Major, afroamericana di San Francisco, poeta laureata della città, amica da sempre di Casa della poesia. Devorah è una delle voci più belle della jazzpoetry e lo dimostra in questa lettura nel corso di Napolipoesia nel Parco nel 2009. Insieme a lei in quella occasione il Gaspare Di Lieto Jazz Quartet (Gaspare Di Lieto, pianoforte; Peppe Plaitano, sax; Tommaso Scannapieco, contrabbasso; Gaetano Fasano, batteria). Ecco il testo, nella traduzione di Raffaella Marzano, in lingua originale e la registrazione della bella lettura di Devorah Major.
Devorah Major
UN RAGAZZO DEL QUARTIERE
abito abbastanza vicino a un ragazzo
che uccide la gente
ha quattordici anni
abbastanza giovane
perché io ricordi quando
appena in quinta
era un magnifico poeta
potevi vedere la sua genialità
brillare con l’oscura energia
di un universo che si espande
riempiva ordinatamente entrambi i lati
della pagina a righe
mentre si impossessava del colore nero
e lo vestiva di tutte le possibilità
che la sua mente di decenne riusciva ad immaginare
era magico e patinato
era tuono e canzone
vivo, potente
e sì era
bellissimo
scriveva le poesie
e poi chiedeva
di leggerne le parole ad alta voce
una voce forte e chiara
decisa e ferma
allora brillava più luminoso
più splendido di tanti altri
suoi compagni di classe
ad alcuni dei quali
ora potrebbe sparare
alcuni dei quali
ora potrebbero sparare a lui
giovani che insieme prendono
la maestà della notte
e la trasformano in
sirene di infelicità e sangue
abito abbastanza vicino ad un ragazzo
che era nato poeta
ed ora trasforma il nero
nel suono
di proiettili semi-automatici
che fanno fracasso nel centro commerciale
uno scoppio, un fischio
un rantolo mortale
un singhiozzo di madre
una lacrima caduta nel petrolio
chi è stato dunque
ad insegnargli il nero
come nient’altro che
rinchiuso e non rinchiuso
canto di lavoro, schiocco di frusta
rumore di sbarre,
serrare dormire
scuoterli
farli cadere
rompere la schiena
piegati e stenditi
chi ha preso la sua raffinata ossidiana
e l’ha piantata nella polvere da sparo
Traduzione di Raffaella Marzano
Devorah Major
A boy neighborhood
i live quite near to a boy
who kills people
he is fourteen years old
young enough for me
to remember when
he in the fifth grade
was a most wonderful poet
you could see his brilliance
shining with the dark energy
of a universe expanding
he neatly filled both sides
of the lined newsprint sheet
as he took the color black and
dressed it in all the possibilities
his ten year-old mind could imagine
it was magic and sleek
it was thunder and song
alive, powerful
and yes it was
beautiful
he wrote his poem
and then asked
to read his words out loud-
voice strong and clear
purposeful and steady
he shone brightly then
brighter than so many
of his classmates
some of whom
he may now shoot at
some of whom
may now shoot at him
youth together taking
the majesty of the night
and turning it into
sirens of misery and blood
i live quite near to a boy
who was born a poet
and now turns black
into the sound
of semi-automatic rounds
clattering across the mall
a pop, a whistle
a death wheeze
a mother’s sob’s
a tear dropped into oil
who was it then
who taught him black
as nothing but
caged and uncaged
field holler, whip groan
bar clang, lock nod
shake em up
shake em down
crack that back
bend and spread
who took his smooth obsidian
and ground it into gunpowder
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