La “poesia della settimana” è dedicata ad un grande poeta inglese scomparso dopo una lunga malattia, nel 2003. Ken Smith è stato uno dei primi poeti ad aderire al progetto internazionale di Casa della poesia e a contribuire alle sue prime affermazioni (Napoli, Salerno, Baronissi, Trieste, Sarajevo, Vilenica). Il Tribune aveva scritto di lui: «il più importante poeta contemporaneo, uno dei pochissimi che sarà ancora letto fra cento anni. La sua poesia è sfuggita ai confini della insularità per diventare universale. Egli ha scritto alle persone piuttosto che per loro e a questo deve gran parte del suo successo». Riproponiamo la sua intensa “Poesia da tradurre / Poem for translation“. La foto di copertina è di Pete Stiff, la traduzione di Raffaella Marzano, la registrazione realizzata “live” a Napolipoesia nel 1999. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Ken Smith
Poesia da tradurre
Lui ama una donna. Se lei vivesse
dall’altra parte della strada
attraverserebbe il traffico per lei.
Se vivesse dall’altra parte della città
prenderebbe un autobus, prenderebbe un treno, chiamerebbe un taxi.
Se lei vivesse sull’altra sponda del fiume
prenderebbe il traghetto, una barca a remi, nuoterebbe
fino a lei che aspetta sulla riva il suo arrivo,
fradicio, con un fiore tra i denti,
e la lingua che si affatica a pronunciare le prima parole della lingua di lei.
Se lei vivesse dall’altra parte dell’oceano
lavorerebbe, chiederebbe l’elemosina, si indebiterebbe o ruberebbe,
e volerebbe da lei. Ma non è così.
Lei vive dall’altra parte di una frontiera chiusa,
in un paese senza visti o passaporti
o qualsiasi tipo di documento. Sarebbero
più vicini se lei vivesse dall’altra parte della luna.
Sarebbe più viva per lui se fosse morta.
E’ come se esistesse dall’altra parte della musica
o del canto degli uccelli, dall’altro lato dello specchio,
vicina ma lontana, come un’eco. E’ la canzone
di cui lui non ha le parole, le parole di cui non ha la musica,
quasi la melodia che lui può quasi sentire.
Traduzione di Raffaella Marzano
Ken Smith
Poem for translation
He loves a woman. If she lived
on the other side of the street
he would cross the traffic to her.
If she lived on the other side of the city
herd take a bus, take a train, call a taxi.
If she lived on the other side of the river
he’d take the ferry, row a boat, he could swim
to her, waiting on the riverbank as he arrives,
dripping wet, with a flower in his teeth,
his tongue working at the first words of her language.
If she lived on the other side of the ocean
he would work, beg, borrow or steal,
and fly to her. But it’s not like that.
She lives on the other side of a closed border,
in a country without visas or passports
or any kind of paperwork. They would be
closer if she lived on the other side of the moon.
She would be more alive to him if she were dead.
It’s as if she exists on the other side of music
or birdsong, on the other side the mirror,
close but far away, like an echo. She’s the song
he doesn’t have words to, the words he has no tune for,
almost the melody he can almost hear.
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