Nuovo appuntamento del mese di agosto con “la poesia della settimana” dedicata questa volta alla poetessa inglese (ma vive a Parigi) Vivienne Vermes. La poesia “Donna di sabbia / Sand Woman” è tradotta da Raffaella Marzano e come al solito vi consigliamo di ascoltare la bella lettura dell’autrice, realizzata nel corso de “Il cammino delle comete”, a Pistoia nel 2002. Con la Vermes al didgeridoo uno straordinario Martin O’Loughlin. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Vivienne Vermes
Donna di sabbia
Non ha bisogno di abiti
Il suo corpo indossa se stesso
Nudo, terracotta,
La sua grande bellezza danza da duna a duna
Il suo passo procede
Da tacco a punta
Lento, ritmato
Allo spazio fra una stella del mattino
E una della sera.
Non ha bisogno di pozzo.
La sua sete è la sua stessa acqua
Le sue gambe si sono da lungo
Aperte gioiose, ampie, ampie,
Accoppiate con l’ampio mondo
E hanno dato vita a una valanga di esseri
Minuscoli, hanno tremato sotto pietre di scorpione
Ora strisciano sulla sabbia
Richiamati dalla sua larga schiena
Per condurli sulla sua strada.
Non ha bisogno di strada.
Il suo camminare è il suo sentiero
Da duna a duna
Da danza a siccità.
Segui, ma segui.
Va a letto di notte
Arrotolato e caldo
Nei suoi capelli del deserto
All’alba
Non aspettare il suo sorriso
Lei non è lì
Ma guarda i tuoi occhi
Guardano fissi, nel loro primo mattino
Sorpresi
Dal loro stesso
Risplendere.
Traduzione di Raffaella Marzano
Vivienne Vermes
Sand Woman
She needs no clethes
Her body wears itself
Neked, terracotta,
Her big beauty dances
From dune to dune
Her foot flow rolls
From heel to toe
Slow, rhythmed
To the space between a morning
And an evening star.
She needs no well.
Her thirst is her own water
Her legs have no long since
Opened joyful, wide, wide,
Mated with the wide world
And birthed a flood of beings
Tiny, they trembled under scorpion stones
Now they crawl upon the sand
Called to her broad back
To lead them in her way.
She needs no way.
Her walking is her path
From dune to dune
From dance to drought.
Follow, but follow.
Bed down at night
Wound and warm
In her desert hair
At daybreak
Don’t wait for her to smile
She isn’t there
But watch your eyes
Stare, on their first morning
Surprised
By their own
Brilliance.
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