In solidarietà con quanti soffrono e combattono per la libertà e la democrazia in Turchia, per coloro che hanno combattuto nella piazza Taksim, nel Gezi Park, ad Ankara e in tutto il paese, la prima “poesia della settimana” del 2016 è dedicata ad un poeta ed uomo straordinario, Nazim Hikmet. La poesia scelta, una delle sue più famose, è “Ceviz Ağaci” (Il noce). La traduzione è della grande Joyce Lussu e come al solito potete ascoltare in questa pagina la voce e la lettura dell’autore. Prosegue anche nel 2016 l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch.
Nazim Hikmet
Il noce
La mia testa è una nuvola schiumosa,
il mare è nel mio petto.
Io sono un noce nel parco Ghiulkhan,
cresciuto, vecchio, ramoso – guarda!
ma né la polizia né tu lo sapete.
Io sono un noce nel parco Ghiulkhan.
E le foglie, come pesciolini, vibrano dall’alba alla sera,
frusciano come un fazzoletto di seta; prendi,
strappale, o mia cara, e asciuga le tue lacrime.
Le mie foglie sono le mie mani, centomila mani verdi,
centomila mani io tendo, e ti tocco, Istanbul.
Le mie foglie sono i miei occhi, e io guardo intorno,
con centomila occhi ti guardo, Istanbul.
Le mie foglie battono, come centomila cuori.
Io sono un noce nel parco Ghiulkhan,
ma né la polizia né tu lo sapete.
1957
Traduzione: Joyce Lussu
Nazim Hikmet
Ceviz Ağacı
Başım köpük köpük bulut, içim dışım deniz,
ben bir ceviz ağacıyım Gülhane Parkı’nda,
budak budak, şerham şerham ihtiyar bir ceviz.
Ne sen bunun farkındasın, ne polis farkında.
Ben bir ceviz ağacıyım Gülhane Parkı’nda.
Yapraklarım suda balık gibi kıvıl kıvıl.
Yapraklarım ipek mendil gibi tiril tiril,
koparıver, gözlerinin, gülüm, yaşını sil.
Yapraklarım ellerimdir, tam yüz bin elim var.
Yüz bin elle dokunurum sana, İstanbul’a.
Yapraklarım gözlerimdir, şaşarak bakarım.
Yüz bin gözle seyrederim seni, İstanbul’u.
Yüz bin yürek gibi çarpar, çarpar yapraklarım.
Ben bir ceviz ağacıyım Gülhane Parkı’nda.
Ne sen bunun farkındasın, ne polis farkında.
1957
Lascia un commento