Yeshim Agaoglu
il vestito della notte
sto arrivando dice la notte prima di venire
arriva di soppiatto
con indosso indumenti neri
dio mio che vestito impressionante
arriva la notte soprattutto a casa sua
nel suo angosciante giardino
dove una volta le risate filtravano
dalle foglie di vigna
poi i giochi delle candele con la luna
e quei lumi splendenti di colori
e le bevande sgorganti dalle bocche dei leoni
calici di cristallo in frantumi alla fine della notte
crede siano stelle chi li vede
arriva la notte soprattutto nel suo stagno
dove una volta ci si bagnava nudi
in un’acqua mista di sangue
e di una pallottola uscita da una spietata canna
quando si fa notte un’ombra
si insinua segretamente nel giardino
tirando a sé una per una
le sculture pesanti come cadaveri
la porta si chiude
com’è impressionante il tonfo di quella chiusura
l’acqua nello stagno è ancora rossa
urla sottili cadono dalle foglie di vigna
e le candele giocherellano nel plenilunio
come fossero ombre di un assassinio se guardate bene
quando si fa notte le sculture sono già dentro
forse ora sul suo petto c’è una sfinge
dai sospiri angoscianti
sto arrivando dice la notte prima di venire
dio mio quant’è buio il suo vestito
Yeshim Agaoglu
gecenin elbisesi
gece gelmeden geliyorum der
usul usul gelir
siyah giysiler içinde
tanrım ne müthiş bir elbise
gece en çok onun evine gelir
onun ürkünç bahçesine
bir zamanlar kahkahalar süzülen
asma yapraklarından
sonra mumların oyunları ay ile
ve o rengarenk fenerler
içkiler aslanların ağzından dökülen
kristal bardaklar gece bitince tuz buz
gören yıldız sanabilir
gece en çok onun havuzuna gelir
bir zamanlar içinde çırçıplak yüzülen
suyuna kan karışmış havuzuna
hain bir namludan çıkan kurşunla
gece oldu mu gizlice bir gölge
bahçeye iner
bir bir içeri çeker
ceset gibi ağır heykelleri
ve kapı kapanır
ne müthiştir o kapanışın sesi
havuzdaki su hala kırmızı
asma yapraklarından ince çığlıklar dökülür
mumlar oynaşır ay ışığında
izlerseniz sanki bir cinayetin gölgeleri
gece oldu mu heykeller içeride
belki de bir sfenkstir şimdi koynundaki
böyle garip inleyen
gece gelmeden geliyorum der
tanrım ne kadar karanlık elbisesi
Yeshim Agaoglu
quadri terrificanti
dalla tela schizza sangue sul suo viso
lei lo sparge dappertutto su di sé
ed anche sul cuore della tela
poi si guarda con lussuria allo specchio
e completamente nuda
bacia se stessa sugli specchi di cristallo
comincia a cantare la sua canzone
in nome della libertà, della pace e della rivoluzione
lei ci tiene ai suoi baffi
alla sua pipa ai suoi sigari
ama molto il suo grasso e obeso marito
e le proprie unghie laccate
il suo passato ogni notte ansima nel letto
un film a cui non sa rinunciare
l’angelo della morte come un tulipano nero accanto al suo letto
fa l’amore con se stessa nella vasca di schiuma
sangue in tutti i quadri
quadri in tutti i colori
maledizioni e slogan sempre sulle sue labbra
in nome della libertà, della pace e della rivoluzione
a volte con il suo obeso marito tira fuori la sua femminilità
oppure strappa e butta via i suoi seni
per quanto lunghi e neri siano i suoi baffi
lei vive la sua mascolinità accanto a un’infermiera
e poi un giorno disegna un immenso quadro sulla vita
pieno di rosso e di sangue
tutto è sulla vita
la sua bara avvolta nella bandiera rossa
colombe svolazzano con ali ferite
accanto piange il suo grasso e obeso marito
Yeshim Agaoglu
dehşet tabloları
kan damladı tuvalden suratına
aldı bulaştırdı her yanına
resmin en can alıcı noktasını kana buladı
sonra şehvetle aynaya baktı
çırçıplaktı
kendini öptü kristal aynalarda
ve şarkısına başladı
özgürlük barış devrim adına
bıyıklarında diretiyor
piposunda purosunda
kocasını çok seviyor
yağlı şişman kocasını
ve boyalı tırnaklarını
can çekişiyor her gece yatağında
geçmişi vazgeçemediği film
azrail kare lale baçucunda
kendinle sevişiyor köpüklü banyolarda
bütün resimlerde kan
bütün boyalarda resim
küfürler sloganlar hep dudaklarında
özgürlük yaşam devrim uğruna
kadınlığını yakalıyor bazen şişman kocasıyla
ya da ğöğüslerini çıkarıp atıyor
bıyıkları hepten uzun simsiyah
erkekliğini yaşıyor bir hemşire yanında
ve bir gün sonsuz bir resim çiziyor hayata
kıpkırmızı bol kanlı
herşey yaşam için
tabutu kızıl bayrağa sarılı
güvercinler uçuşuyor yaralı kanatları
şişman yağlı kocası ağloyor başucunda
Yeshim Agaoglu
Rembrandt
un ricco banchetto da re
cibi appena consumati
resti che pendono dalle mascelle
persino il latte d’uccello è stato bevuto
e si continua a bere
mentre le uve nere creature del diavolo
si mangiano a grappoli
tintinnano i cristalli dalle risate
straordinarie oscenità
gambe che si toccano sotto il tavolo
mani svergognate passeggiano su flaccidi seni
e non so su quali altri posti
mani svergognate
mentre il re accarezza fanciulli sul suo grembo
fuori si continua ad impiccare
nessuno si cura delle pur belle danzatrici
si mangiano a grappoli le creature del diavolo
e invece del vino si beve sangue caldo
all’improvviso in alto una luce abbagliante
nelle mani dell’uomo volante una scrittura indecifrabile
ognuno sta con angoscia e curiosità
gli occhi fuori dalle orbite
i calici in mille pezzi
sangue caldo purissima H2 O
uve nere come diamanti
mani accarezzanti di colpo pietrificate
tutti fermi trattenendo il respiro
come se in quel momento fossero trascorsi secoli
in realtà sono sgocciolati solo secondi
all’improvviso la luce abbagliante si è fusa con la nullità
e l’uomo sconosciuto con l’invisibilità
nessuno ha decifrato la scrittura
fuori urlano ancora le forche
Yeshim Agaoglu
remrandt
bir büyük sofra ki kral sofrası
yemekler henüz yenmiş
çenelerden sarkıyor artıkları
kuş sütleri içilmiş
içkilere devam
kara üzümler şeytan dölü
salkım salkım yenirken
kahkahalardan kristaller çınlıyor
rezillikler en muhteşem
masa altlarından birbirine değen bacaklar
sarkık memelerde gezinen utanmaz eller
bilmem başka nerelerde gezinen
utanmaz eller
kral kucağında oğlanları okşarken
dışarıda idamlara devam
çengilere bakan yok asıl onlar muhteşem
şeytan dölü salkım salkım yenirken
şarap yerine sıcak kan içilirken
birden göz çalan bir ışık belirdi tam tepede
belirsiz bir yazı uçan adamın ellerinde
herkeste dehşet herkeste merak
bütün gözler yuvalarından fırladı
kadehler bin parça
sıcak kanlar en saf h20
kara üzümler elmas
okşayan eller taş birdenbire
nefes almadan duruyor herkes
sanki yüzyıllar aktı bu anın üzerinden
gerçekte saniyeler damladı
aniden göz çalan ışık hiçliğe karıştı
bilinmez adam görünmezliğe
kimse yazıyı çözemedi
dışarıda çığlık atıyor hala darağaçları
Traduzioni di Fusun Akbaygil
Yeshim Agaoglu è nata ad Istanbul, dove si è laureata al Dipartimento di Archeologia e Storia dell’Arte e poi ha avuto un Master in Arte sempre all’Università di Istanbul, Facoltà di Comunicazione, Dipartimento di Radio-TV-Cinema. Ha partecipato ad un corso di cinematografia utilizzando una telecamera super 8 alla New York School Of Visual Arts che ha prodotto la realizzazione di un cortometraggio intitolato “Loneliness, Machines And Meditation”. Le sue poesie sono state pubblicate su riviste letterarie sin da quando aveva 18 anni. In Turchia sono stati pubblicati sei suoi libri di poesie e due in Azerbaijan. Membro del PEN International Writers’ Club e membro del consiglio del BESAM.( Creators of Scientific and Literary Works Association). È stata membro del PEN Writers in esilio e del PEN Turkish Women Writers. Sue biografie e poesie sono presenti in diverse antologie ed enciclopedie di letteratura ed arte. Fin dal 1996 ha portato avanti le sue attività di arte contemporanea combinando diverse discipline. Ha preso parte a diverse esposizioni in Germania, Norvegia, Italia, Bulgaria, Bosnia, Azerbaijan, Georgia, Uzbekistan, Corea.
Lascia un commento