La prima poesia della settimana di maggio è dedicata ad uno dei grandi poeti sloveni del secondo Novecento, Dane Zajc. Ospite di Casa della poesia nel 2005, è indimenticabile la sua lettura nel corso di Napolipoesia nel Parco, insieme all’attore e musicista, Janez Škof. Già molto malato volle regalarci una delle sue ultime memorabili letture. La traduzione è della grande Jolka Milič, vero ponte tra Italia e Slovenia. Vi presentiamo nel file audio proprio una lettura musicata di Škof di “Credo“, una bellissima poesia di Zajc. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
DANE ZAJC
Credo
Amo le cose fradice, fatiscenti,
i fiori appassiti,
il crepuscolo che sa di sangue
e il cupo squittio della civetta.
I silenziosi passi sornioni
e gli ansanti gemiti nella notte
di un uomo che nulla più si aspetta,
che tossisce seccamente nella notte.
Amo tutto ciò che è malato e marcio,
il buio e l’inquietante paura,
l’oscura forza dell’assassinio
e il gelido fiato del terrore.
Tutto ciò che è come la mia anima,
ciò che non sa più gioire,
e se ne sta là in un canto ad ascoltare
quando questo istante finirà.
Traduzione: Jolka Milič
L’attore, cantante, musicista Janez Škof
DANE ZAJC
Credo
Ljubim trhle, razpadle stvari,
usahle cvetove,
mrak, ki po krvi diši
in votlo vriskanje sove.
Potuhnjene tihe korake
in stoke, ki hropejo v noč
človeka, ki nič več ne čaka,
ki suho zakašljal je v noč.
Ljubim vse bolno in gnilo,
temo in nemirni strah,
ubijanja mračno silo
in groze ledeni dah.
Vse kar je kot moja duša,
kar se več smejati ne zna,
kar v kotu stoji in posluša,
kdaj se ta trenutek konča.
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