Dopo una breve pausa per ragioni tecniche, il nuovo appuntamento di gennaio con “la poesia della settimana” è dedicato a un poeta e un uomo coraggioso, un amico che ammiriamo per la sue qualità umane e poetiche, Paul Polansky. La poesia scelta è una delle sue più crude e intense, “ Chiamalo come ti pare / Call It What You Like” e fa parte del libro “Undefeated / Imbattuto” che abbiamo avuto l’onore di pubblicare. Poeta, fotografo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un personaggio leggendario per il suo impegno a favore dei più poveri e sopratutto delle popolazioni Rom. “Voce dei senza voce”, ha dato parola e visibilità a coloro che vivono nell’ombra. La traduzione è di Valentina Confido. Bella e intensa la lettura che vi consigliamo di ascoltare. La registrazione è stata realizzata a Casa della poesia, che prosegue con Potlatch l’impegno per una cultura libera e condivisa.
Paul Polansky
Chiamalo come ti pare
Chiamalo
come ti pare,
ma io l’ho
trovato solo
per strada.
A casa
non era amore,
ciò che mio padre
mi faceva.
Alla scuola superiore
non era amore
ciò che i ragazzi
mi facevano fare
sui sedili posteriori
delle loro macchine.
Nel mio matrimonio
non era amore
quando mio marito
mi vomitava addosso
ogni notte.
All’ospizio
non era amore
quando gli infermieri
ti facevano
fare quello
che volevano.
Ma in strada
è amore
quando qualcuno
divide con te
una coperta
e non
ti tocca.
Traduzione: Valentina Confido
Paul Polansky
Call It What You Like
You call it
what you like,
but I’ve only
found it
on the street.
At home
it wasn’t love
what my father
did to me.
In high school
it wasn’t love
what the boys
made me do
in the backseats
of their cars.
In my own marriage
it wasn’t love
when my husband
threw up
on me,
every night.
In the county home
it wasn’t love
when the male nurses
made you
do anything
they wanted.
But on the street
it is love
when someone
shares
a blanket,
and doesn’t
touch you.
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