La poesia della settimana è dedicata ad uno dei maggiori poeti sloveni della generazione nata alla fine degli anni Venti, Tone Pavček. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, di averlo nostro ospite in alcune manifestazioni prima della sua scomparsa avvenuta nel 2011. La poesia scelta è “Il canto del fiume / Pesem o reki”, che vi presentiamo in lingua originale, nella traduzione della grande Jolka Milič e dalla voce del poeta (la registrazione è stata realizzata nel corso di Napolipoesia 1999). Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa. La foto di copertina è dell’archivio di Mladinske knjige.
Tone Pavček
Il canto del fiume
Voglio pensare come pensa il fiume.
Correre dalla fonte alla foce
come lui che entro le sue rive
non è mai lo stesso e sempre vivo
scorre nell’eternità
e incessantemente esiste.
Scalza tutto ciò che sfiora
e si porta dietro, lava e sciacqua
gli errori del tempo, i guai degli avi,
la fiducia dei nipoti, l’incredulità,
l’entusiasmo e i meriti, moderando
tutto in giusta misura.
Corri allora. Semplicemente come il fiume.
Dalla sorgente fino all’estuario.
E non dimenticare come sono belli
i grembi dei salici, dove il vento
nasconde i suoi canti,
e gli irraggiungibili orizzonti.
Traduzione: Jolka Milič
Tone Pavček
Pesem o reki
Misliti hočem kot misli reka.
Teči od izvira do izliva
kot ona, ki med bregove ujeta
nikoli ista in zmeraj živa
odteka v večnost
in neprenehoma biva.
Vse dosegljivo spodjeda
in nosi s sabo, umiva in spira
zablode časa, zagate dedov,
zaupanje vnukov, nevero,
zanos in zasluge in vse umirja
na pravo mero.
Teči torej. Preprosto kot reka.
Od izvira pa do izliva.
In ne pozabiti, kako so lepa
naročja vrb, kamor skriva
pesmice veter,
in obzorja nedosgljiva.