La prima poesia del mese di settembre è dedicata a Ingeborg Bachmann (1926-1973), una delle maggiori scrittrici del Novecento di lingua tedesca. Stella luminosa, rappresentante di una generazione tormentata dal peso dell’Olocausto e dagli orrori della guerra la Bachmann dopo aver sbalordito con la precoce perfezione delle sue liriche, sembrò ritrarsi, dopo i trent’anni, in un suo nuovo regno, la prosa, con altrettanta perfezione e maestria. Uno sfortunato incendio domestico, nel suo appartamento romano nella notte tra il 25 ed il 26 settembre 1973, ebbe conseguenze fatali per l’autrice, che ne morì il 17 ottobre. Potete qui leggere in traduzione (di Maria Teresa Mandalari) e in originale la sua poesia “Esilio/ Exil” e come al solito ascoltarla nella lettura dell’autrice. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Ingeborg Bachmann
ESILIO
Un morto sono che cammina
non più dichiarato in nessun luogo
sconosciuto nel regno burocratico
in soprannumero nelle città dorate
e nelle campagne verdeggianti
liquidato da tempo
e di nulla munito:
se non di vento di tempo e di suono
chi tra la gente più vivere non può
Con la lingua tedesca
questa nube intorno
che tengo per dimora
mi aggiro in mezzo a tutti i linguaggi
Oh come essa si ottenebra
gocciano soltanto
i suoni bui suoni di pioggia
In più luminose regioni il morto poi essa solleva
Traduzione: Maria Teresa Mandalari
Ingeborg Bachmann
EXIL
Ein Toter bin ich der wandelt
gemeldet nirgends mehr
unbekannt im Reich des Präfekten
überzählig in den goldenen Städten
und im grünenden Land
abgetan lange schon
und mit nichts bedacht
Nur mit Wind mit Zeit und mit Klang
der ich unter Menschen nicht leben kann
Ich mit der deutschen Sprache
dieser Wolke um mich
die ich halte als Haus
treibe durch alle Sprachen
O wie sie sich verfinstert
die dunklen die Regentöne
nur die wenigen fallen
In hellere Zonen trägt dann sie den Toten hinauf
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