Anche questa settimana le due rubriche del lunedì “Casa della poesia incontra la Città” (e ringraziamo la redazione del quotidiano che ci ospita celebrando i 25 anni di Casa della poesia) e l’ormai storica “poesia della settimana” si fondono.
Sono passati molti anni da quando fummo fulminati dalla poesia di Sarah Menefee. Frammentaria, densa di dolore, di commozione, che colpiva allo stomaco, parlando delle periferie dell’opulento impero, della vita di strada, dei poveri, degli ultimi, di coloro che vivono per strada. Nessuno scrive con la stessa forza ed intensità di Sarah, nessuno costruisce immagini o applica la propria creatività a parlare non dei propri tormenti ed emozioni, ma di coloro che non hanno voce, di coloro che guardiamo con sospetto e paura perché rappresentano l’altra faccia di un mondo nel quale siamo sì protetti ed organizzati ma che ci sfiora e ci incute timore. Sarah ci obbliga a guardare e a seguirla in questo viaggio negli inferi del grasso occidente. La densità, l’impegno, la commozione, la pietas, il sogno americano fatto a pezzi ed analizzato senza pietà, osservandolo dai marciapiedi sempre più affollati e popolati di esclusi, emarginati, espulsi dai processi produttivi. L’impatto della poesia di Sarah è scioccante, coinvolgente, commovente. Sarah crede che per scrivere di qualcosa, quel qualcosa deve essere vissuto, il suo non è un approccio intellettuale, antropologico, o almeno non quello che normalmente si intende con questi termini. La sua è poesia di partecipazione, lei raccoglie frammenti di discorso, fa quello che a volte hanno fatto gli artisti visivi, trasformare in oggetto artistico un oggetto di uso comune, Sarah fa lo stesso con il linguaggio di strada, gli ridà nobiltà, lo usa, lo carica di significato, lo rende esplosivo inserendolo in contesti diversi. Tre i libri in Italia di Sarah Menefee “Il sangue intorno al cuore” (1994) “Questa mano peritura” (1995) “Stella umana” (2014), tutti di Multimedia Edizioni. Come ha scritto Jack Hirschman “Sarah Menefee è la poetessa americana che, più di chiunque altro, ha fatto della New Class, persone vittime di un barbaro sistema capitalista, il rivoluzionario tema della sua brillante sensibilità. Assolutamente da leggere!”
La poesia scelta, “sogliola / flounder“, tradotta da Raffaella Marzano fa parte del libro “Stella umana” (Multimedia Edizioni). La registrazione realizzata a Casa della poesia nel 2014. Continua l’impegno di Potlatch e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, condivisa.
Sarah Menefee
SOGLIOLA
sta seduto sulla panchina di pietra nel fiume di Market
e guarda la luce
la luce cambia disse e io sento il tempo
parla dell’inclinazione della luce dorata quando la stagione cambia
e sembra che la notte con il suo mistero stia arrivando
la luce è un velo di vita
parla del marciapiedi bagnato nella pioggia
penso alle sue parole quando sono fuori nell’umido
l’occulto profumo di cemento
mi sveglio la mattina e chiamo mia madre come non ho mai fatto
prima
cosa hai sognato sul tempo? che parola hai creato?
lui è la perla dei miei occhi
siede nella luce di Market St
siamo tutti in cerca dell’amato
siamo troppo ubriachi ma cadiamo cercando
bruciando d’amore non sapendo come
ho spezzato il mio cuore per fargli conoscere
la ferita delle piccole cose del mondo gli innocenti
nel mondo
il paradiso terrestre
qual è il compito?
qual è il lavoro?
terra che suda terra che trema
hai lavorato troppo a lungo su Market St ha detto
come se non lo sapessi
aiuta me e Petey a passare un altro giorno
Petey il pitbull con il suo naso rosa
pacifici cani senzatetto
lungo il fianco del fiume umano piangiamo
andiamo in giro in cerca di un pasto
c’è la sogliola sul suo letto di riso
Traduzione: Raffaella Marzano
Sarah Menefee
FLOUNDER
he sits on the stone seat in the river of Market
and looks into the light
the light changes he said and I feel time
he speaks of the slant of the golden light when the season turns
and it seems the night with its mystery is coming
the light is a veil of life
he speaks of the sidewalk wet in the rain
I think of his words when I’m out in the wet
the occult perfume of cement
I wake up in the morning and call for my mother like I never did
before
what was that you dreamed about time? that word you made?
he is the pearl in my sight
he sits in the light on Market St
we are all looking for the beloved
we are too drunk but we fall down looking
burning for love not knowing how
broke my heart for him to know
the hurt of the little things of the world the innocents
in the world
the earthly paradise
what is the work?
what is the job?
earth sweating earth shaking
you have worked too long on Market St he
don’t I just know it
help me and Petey get through another day
the pitbull Petey with his pink nose
peaceful homeless dogs
down at the side of the human river we weep
we hurry around looking for lunch
there is the flounder on her bed of rice
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