La prima poesia della settimana del mese di luglio è dedicata ad una meravigliosa ospite di Casa della poesia, Ada Salas, una delle più belle voci della poesia spagnola contemporanea. La poesia “Un uomo corre / Un hombre corre” è tratta dal libro “Poesie” pubblicato da Multimedia Edizioni con la traduzione e la cura di Raffaella Marzano. La sua poesia, fatta di versi liberi e poesie molto brevi e raffinate, sono alla ricerca di ciò che è essenziale e in questo senso è considerata una seguace della linea di José Angel Valente. A proposito della sua poesia José Luis Rozar scrive «Parole come brecce o fenditure o crepe aperte nel muro del reale per fare del reale un luogo abitabile, per costruire realtà. Davanti ai nostri occhi, allora, queste impronte, queste tracce, questi frammenti di un viaggio sempre sorprendente, perché in esso accade l’inatteso, perché la necessità di dire il mistero della vita – quello che non comprendiamo e che può ammutolirci e farci tacere per sempre o commuoverci fino a convertirlo in canto – ha trasformato la ricerca del senso dell’esistenza in un sentire l’esistere». La foto di copertina è di Rafael Alarcõn. La registrazione realizzata a Casa della poesia. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
ADA SALAS
che ancora hanno sale le mani del suo padrone
Lope de Vega
Un uomo corre
dietro al suo cane. Corre
ma non lo insegue
corre
come al rallentatore
– un po’ come se
corresse all’indietro –
e chiama
insistentemente il suo cane
chiama
come se il nome del suo cane
fosse
caro cane fermati per pietà.
Chi vede la scena guarda
e si chiede
da cosa fugge quel cane
– o la domanda
era
da cosa fugge quell’uomo –
perché
il passo di quell’uomo non smette di rallentare
perché il suo amore non ne aumenta la falcata
perché
si ferma alla fi ne sul marciapiede
perché
non afferra più quel cane che gira tra la morte.
Traduzione di Raffaella Marzano
ADA SALAS
que aún tienen sal las manos de su dueño
Lope de Vega
Un hombre corre
tras su perro. Corre
pero no lo persigue
corre
como a cámara lenta
–algo así como si
corriera marcha atrás–
y llama
insistente a su perro
llama
como si el nombre de su perro
fuera
querido perro para compasión.
Quien ve la escena mira
y se pregunta
de qué huye ese perro
–o era
la pregunta
de qué huye ese hombre–
por qué
el paso de ese hombre no deja de frenarse
por qué su amor no aumenta su zancada
por qué
se detiene por fi n sobre la acera
por qué
no agarra ya a ese perro que gira entre la muerte.
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