In questo nuovo terribile momento della nostra vita comune e della nostra storia, quando di nuovo invece delle idee e dei pensieri volano bombe su popolazioni inermi, quando l’uomo presenta il suo volto più feroce e impietoso, non riusciamo più a trovare le giuste parole per raccontare l’orrore, l’angoscia, la paura, lo sdegno. Proviamo allora ad utilizzare quelle dei poeti, certi che i loro versi sapranno parlare al cuore e alla mente di chi vorrà leggerli. In questi momenti bui la poesia ci soccorre, ci aiuta, ci cura, ci fa riflettere e sperare. Vi proponiamo, come “poesia della settimana” una bellissima poesia di Agneta Falk “I morti ci ammoniscono / The dead admonish us“. La traduzione, di Raffaella Marzano, è parte del volume “Heart Muscle” (Multimedia Edizioni, 2009). Come al solito trovate nella pagina il testo originale, la traduzione e l’intensa lettura della Falk. Continua più che mai l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una poesia che “costruisce ponti di pace”.
Agneta Falk
I morti ci ammoniscono
Per loro non c’è salvezza
mentre se ne stanno ammucchiati,
uno sull’altro e,
proprio come la neve dà al paesaggio
quel tocco verginale, attutisce il colpo,
copre le tracce,
quando si scioglie, la verità nuda e cruda
è rivelata: non abbiamo altra scelta
che ricominciare daccapo dai vecchi confini,
lacerati e scorticati,
sapendo, come sempre,
che non c’è gloria nella guerra,
né gioia nella vittoria.
Traduzione: Raffaella Marzano
Agneta Falk
The dead admonish us
For them there’s no salvation
as they lay piled up,
one on top of another and,
just as snow gives the landscape
a virgin touch, muffles the blow,
covers the tracks,
in its melting, the stark truth
is revealed: we have no choice
but to begin again at the old borders,
scratched and scraped,
knowing, as always,
there’s no glory in war,
no joy in victory.