Ci rituffiamo nel vasto archivio sonoro di Casa della poesia per presentare una poesia della settimana che ci porta sia nel passato e, in un certo senso, nell’attualità. Siamo appieno nella grande poesia russa del Novecento e leggiamo ed ascoltiamo con grande emozione la voce di Anna Achmatova, nata ad Odessa (ora città dell’Ucraina sotto attacco) che legge la sua poesia “Ma io vi prevengo che vivo… / Но я предупреждаю вас…”, scritta nel 1940. La Achmatova è stata a lungo perseguitata, con la sua famiglia, dal regine stalinista. Si tratta di un piccolo gioiello che vogliamo condividere con tutti gli amici di Casa della poesia e coloro che seguono Potlatch. La traduzione è di Michele Colucci. In copertina Anna Achmatova è ritratta da Nathan Altman. Ecco la Russia che amiamo e che appartiene a tutti noi. Prosegue l’impegno di Potlath e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, accessibile, condivisa.
ANNA ACHMATOVA
Ma io vi prevengo che vivo…
Ma io vi prevengo che vivo
per l’ultima volta.
Né come rondine, né come acero,
né come giunco, né come stella,
né come acqua sorgiva,
né come suono di campane
turberò la gente,
e non visiterò i sogni altrui
con un gemito insaziato.
1940
Traduzione: Michele Colucci
АННА АХМАТОВА
Но я предупреждаю вас…
Но я предупреждаю вас,
Что я живу в последний раз.
Ни ласточкой, ни кленом,
Ни тростником и ни звездой,
Ни родниковою водой,
Ни колокольным звоном —
Не буду я людей смущать
И сны чужие навещать
Неутоленным стоном.
1940
Lascia un commento