La poesia di questa settimana è la bellissima “Eravamo così felici e non lo sapevamo / Éramos tan felices y no lo sabíamos” di Carmen Yáñez. La poesia è tratta dall’ultima raccolta della Yáñez, Senza ritorno, pubblicata dalla Guanda lo scorso anno. In questa poesia d’amore, struggente, commovente, c’è perdita, nostalgia, rimpianto, sgomento ed è naturalmente dedicata al compagno della sua vita Luis Sepúlveda, che questo male terribile che ha colpito le nostre vite, ha portato via al suo amore e a tutti noi. Come al solito potete leggere la poesia nella traduzione di Roberta Bovaia, in lingua originale, ma soprattutto ascoltare l’intensa, lettura dell’autrice, realizzata per questa pagina. La foto di copertina è di Valentina Confido, realizzata nel corso di Verso Sud, a Reggio Calabria nel 2007. Abbracciamo Carmen con tutto il nostro affetto e la nostra amicizia, con la speranza di riaverla presto nei nostri progetti. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, democratica, condivisa.
Carmen Yáñez
Eravamo così felici e non lo sapevamo
Ignoranti della luce che circondava l’innocenza
eravamo così felici amore mio,
con il calore delle nostre mani unite
attraversando tutte le strade
e ridendo degli ostacoli di pietra o grandine
che volevano fermare quella nostra corsa irresponsabile di felicità.
Eravamo così felici
e non ci accorgevamo della dimensione della vita.
Dell’invisibile minaccia, dell’ombra lunga
della paura,
noi non sapevamo nulla, insolenti.
Amandoci con previsioni di futuro.
Ora non arrivo a pensare oltre il domani quando aspetto
la prova della tua vita per bocca d’altri.
Traduzione: Roberta Bovaia
Carmen Yáñez
Éramos tan felices y no lo sabíamos
Ignorantes de la luz que circundaba la inocencia
éramos tan felices amor mío,
con el calor de nuestras manos juntas
cruzando todos lo caminos
y riéndonos de los obstáculos de piedra o granizo
que nos intentaban parar esa carrera irresponsable de la felicidad.
Éramos tan felices
y no nos enterábamos de la dimensión de la vida.
De la invisible amenaza, de la larga sombra
del miedo,
no lo sabíamos nosotros, irreverentes.
Amándonos con proyecciones de futuro.
Hoy ya no pienso más allá de mañana cuando espero
tu prueba de vida dicha por otros.