Nuovo appuntamento con con la “poesia della settimana” dedicato ad uno scrittore e poeta “irregolare” amato, mitizzato, imitato da tanti, Charles Bukowski. La poesia scelta è “La lettura di poesia“, tradotta da Vincenzo Mantovani (Mondadori). Vi invitiamo, come al solito, ad ascoltare nel nostro sito la lettura del grande Buk. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per la diffusione della poesia.
Charles Bukowski
La lettura di poesia
pieno meriggio
in un college vicino al mare
sobrio
con il sudore che mi cola sulle braccia
una goccia di sudore sul tavolo
l’asciugo col dito
per i soldi per i soldi
mio dio penseranno che adoro tutto questo come gli altri
mentre è per il pane e la birra e l’affitto
per i soldi
sono teso faccio schifo mi sento male
poveracci che fiasco che disastro
una donna si alza
esce
sbatte la porta
una poesia sconcia
me l’avevano detto di non leggere poesie sconce
qui
troppo tardi.
i miei occhi non vedono alcune righe
la leggo
fino alla fine-
disperato tremante
che schifezza
non possono sentire la mia voce
basta, è finita, sono
rovinato.
e più tardi, in camera mia
trovo birra e scotch:
il sangue d’un codardo.
questo dunque
sarà il mio destino:
scribbacchiare per quattro soldi in stanzette semibuie
leggere poesie di cui da un pezzo mi sono
stancato.
e una volta credevo
che gli uomini che guidano l’autobus
o puliscono latrine
o amazzano altri uomini nei vicoli
fossero degli idioti.
Traduzione di Vincenzo Mantovani
Charles Bukowski
The Poetry Reading
at high noon
at a small college near the beach
sober
the sweat running down my arms
a spot of sweat on the table
I flatten it with my finger
blood money blood money
my god they must think I love this like the others
but it’s for bread and beer and rent
blood money
I’m tense lousy feel bad
poor people I’m failing I’m failing
a woman gets up
walks out
slams the door
a dirty poem
somebody told me not to read dirty poems
here
it’s too late.
my eyes can’t see some lines
I read it
out-
desperate trembling
lousy
they can’t hear my voice
and I say,
I quit, that’s it, I’m
finished.
and later in my room
there’s scotch and beer:
the blood of a coward.
this then
will be my destiny:
scrabbling for pennies in tiny dark halls
reading poems I have long since beome tired
of.
and I used to think
that men who drove buses
or cleaned out latrines
or murdered men in alleys were
fools.
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