La poesia della settimana è dedicata ad un grande poeta contemporaneo, nato a Belgrado e immigrato con la famiglia negli Stati Uniti negli anni ’50 e diventato una delle più belle ed originali voci del panorama internazionale, Charles Simic. La poesia scelta è “Sasso / Stone“. La traduzione, di Andrea Molesini, è tratta dal volume Adelphi “Hotel Insonnia”. Ha scritto Simic: “Le parole fanno l’amore sulla pagina come mosche nella calura estiva e il poeta non ne è altro che lo spettatore stupefatto.”. In questa pagina è possibile come al solito, oltre a leggere la traduzione, il testo originale, ascoltare la poesia letta dall’autore. La foto di copertina è di Richard-Drew. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, democratica, condivisa.
Charles Simic
Sasso
Càlati in un sasso,
io farei così.
Lascia che altri si facciano colomba
o digrignino i denti come tigri.
Mi basta essere un sasso.
All’esterno è un enigma:
nessuno sa come rispondere.
Ma fresco e quiete dev’esserci all’interno.
Anche se una mucca lo calca col suo peso,
anche se un bambino lo getta dentro un fiume;
il sasso affonda, lento, imperturbato,
fino al fondo
dove i pesci bussano alla sua soglia
e vengono a origliare.
Ho visto scintille schizzar via
quando due sassi sono strofinati,
forse là dentro non fa così buio;
forse c’è una luna che brilla
da chissà dove, spuntando magari dietro un colle-
un chiarore appena sufficiente a decifrare
quelle strane scritte, mappe stellari
sui muri interiori.
Traduzione di Andrea Molesini
Charles Simic
Stone
Go inside a stone
That would be my way.
Let somebody else become a dove
Or gnash with a tiger’s tooth.
I am happy to be a stone.
From the outside the stone is a riddle:
No one knows how to answer it.
Yet within, it must be cool and quiet
Even though a cow steps on it full weight,
Even though a child throws it in a river;
The stone sinks, slow, unperturbed
To the river bottom
Where the fishes come to knock on it
And listen.
I have seen sparks fly out
When two stones are rubbed,
So perhaps it is not dark inside after all;
Perhaps there is a moon shining
From somewhere, as though behind a hill-
Just enough light to make out
The strange writings, the star-charts
On the inner walls.
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