“La poesia della settimana” cambia sede, da oggi potete ritrovarla, con la stessa cadenza dei sette giorni in POTLATCH il nuovo spazio multimediale di Casa della poesia. Oggi vi proponiamo la poesia “oscura e visionaria, selvaggia e pazientemente costruita, fitta di simboli biblici e freudiani” di Dylan Thomas. La poesia scelta è la bellissima In my craft or sullen art / Nella mia arte scontrosa o mestiere nella traduzione di Ariodante Marianni. Ecco il testo nella traduzione in italiano, in lingua originale, nella bellissima lettura del grande poeta gallese.
Dylan Thomas
Nella mia arte scontrosa o mestiere
Nella mia arte scontrosa o mestiere
Praticata nel silenzio notturno
Quando soltanto la luna infuria
E gli amanti giacciono nel letto
Con tutti i loro affanni tra le braccia,
Io mi affatico a una luce che canta
Non per pane o ambizione
Né per pavoneggiarmi e vender fascino
Sui palcoscenici d’avorio,
Ma per il comune salario
Del loro più intimo cuore.
Non per il superbo che s’apparta
Dalla luna che infuria io scrivo
Su questi labili spruzzi di pagine
Né per i morti che torreggiano
Con i loro usignoli e i loro salmi,
Ma per gli amanti, che abbracciano
Tutte le angosce dei secoli,
Che non pagano lodi né salario
E non si curano del mio mestiere o arte.
Traduzione: Ariodante Marianni.
Dylan Thomas
In my craft or sullen art
In my craft or sullen art
Exercised in the still night
When only the moon rages
And the lovers lie abed
With all their griefs in their arms,
I labour by singing light
Not for ambition or bread
Or the strut and trade of charms
On the ivory stages
But for the common wages
Of their most secret heart.
Not for the proud man apart
From the raging moon I write
On these spindrift pages
Nor for the towering dead
With their nightingales and psalms
But for the lovers, their arms
Round the griefs of the ages,
Who pay no praise or wages
Nor heed my craft or art.