L’ultima “poesia della settimana” del mese di ottobre è della grande Etel Adnan. Si tratta di un piccolo evento e un straordinario regalo per gli appassionati. La grand dame della letteratura del Medio Oriente, nata a Beirut in Libano nel 1925, ma che ha vissuto a lungo tra Parigi e la California, presenta nel corso di “La poesia resistente. Napolipoesia 2010” una lunga poesia dedicata a Majakovskij. Una lettura intensa ed emozionante, con Martina Mollo al pianoforte, che riscuote un grande successo tra il numeroso pubblico presente e che vogliamo oggi condividere con tutti voi. La traduzione è di Raffaella Marzano e nel sito trovate come al solito anche la versione originale e soprattutto la lettura di Etel che vi consigliamo di ascoltare. La foto di copertina è di Salvatore Marrazzo. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Etel Adnan
Majakovskij
1
Majakovskij, dove sei?
Potrei venire a prenderti
alla stazione,
potremmo parlare del tempo
sulla strada del ritorno,
e se verrai in autobus
potrò aspettarti
al capolinea
e nel caso trovassi abbastanza danaro
da venire in aereo,
mi alzerei presto e ti
aspetterei.
Non dirmi caro Vladimir
che hai perso il mio indirizzo,
e che non verrai,
né domani, né mai,
io continuerò ad aspettarti
perché ci sentiamo tristi
qui, e altrove, in Europa
o in California.
Sappiamo tutti che
la tua rivoluzione fu sanguinosa
ma ora il mondo sanguina
e non c’è alcun cambiamento, alcuna speranza,
in vista.
Sei sottoterra, Majakovskij
nel caso le tue ossa si siano tenute ancora insieme,
malgrado gli anni,
lascia che ti informi che
i poeti stanno lasciando le loro camere,
a centinaia,
in cerca di te, in ogni
treno, aereo e automobile,
e, di notte, nei porti.
2
In una luce grigia e fuggitiva
sto ascoltando una partita di baseball
fissando un punto nello spazio
fra la radio e Majakovskij
la mia squadra non vince
fin da quando la rivoluzione vacillò
sotto il terribile peso delle nostre
aspettative
così fingiamo di giocare a scacchi
con i russi
o di andare a sciare nell’Artico
come i norvegesi
in gita
ma sono i problemi
che vengono da noi,
ci trovano a leggere i tuoi libri,
Majakovskij, le pagine ingiallite
dalla polvere;
siamo cento anni più giovani,
e aspettiamo con te il segnale
che cambierà il mondo.
3
Continuo a chiedere dove
si nasconde il poeta e ricevo sorrisi e
sguardi di sconcerto in risposta
Vado lungo i viali della
città, sperando di vederlo dietro
una finestra
Ho bussato alla porta di Lili Brik,
i vicini mi hanno gridato che
è andata a Parigi
leggo i giornali e i necrologi,
ma non trovo il suo nome.
Non è buio, stanotte,
a Mosca, a causa della neve.
Di ritorno all’albergo, c’è
una chiamata telefonica: Majakovskij
si è suicidato…
Non lo sapevo.
4
Nella Berezina della mia infanzia
i soldati morivano per il freddo
e Napoleone perdeva la guerra
io piangevo per i cavalli perché,
distesi sulla schiena, incombevano
più grandi dei miei genitori
In questi giorni, vago fra
i caffè di North Beach, agognando segnali
di avventura.
Qualcosa, tuttavia, mi opprime
il respiro. I clienti sono felici
in questo particolare momento, celebrano
la stagione,
sono confusa.
5
Il futuro di questo momento sarà troppo
squallido per importare. Le notizie creano
alienazione e paura.
L’illuminazione si deve cercare nelle
querce, non nel mio cuore. Cerco
un poeta con cui condividere una notte
di conversazione.
Ricordo che i treni in Turchia
emettevano biossido di carbonio mentre
l’impero si sgretolava.
e che le donne bevevano tè
sull’orlo dei loro desideri.
6
Ho amici che scrivono poesie mistiche
in giorni estatici, i loro piedi nudi
giocano con l’oceano. Le loro macchine
brillano davanti alle porte di casa, dimenando
la coda con impazienza.
Le loro sono belle poesie che svelano
il mondo come i giovani uomini scoprono
il loro primo amore
Ho altri amici – vero è che
vivono lontano dalla Bay – che mettono in codice
le loro poesie sulla pelle del loro cervello.
Vivono in luoghi così affollati che
fanno i turni e dormono due ore
per volta.
Poiché l’assedio impedisce loro di trovare
carta e inchiostro, sognano di tagliarsi
le vene, una mattina, per scrivere una
lettera alle loro madri.
7
Majakovskij, i fratelli gemelli
Sangue e Morte ti condussero nelle loro
camere buie, murate e vuote,
ma le tue visioni segrete viaggiano
di paese in paese, alloggiano
in menti diverse, edifici
diversi.
8
Raccogliere cibo per l’anima
nei libri di grammatica ci trattiene dall’andare
avanti; perdiamo il linguaggio, il canto e
la coesione.
Dovremmo restare dove siamo, con
le idee sull’immortalità incandescenti
proprio come il sole, ieri
vera fornace pronta a ridurre ogni cosa
in raggi scintillanti?
(…)
10
Ti ha portato qualcuno a riva in quella
notte oceanica oppure nuvole
in pantaloni ti hanno lasciato cadere sul marciapiede
mentre l’Esercito celebrava
il Primo Maggio?
Voglio una parata per il poeta caduto,
un minuto di silenzio, dei fiori…
Lì, mentre piange in silenzio fra
il corpo inanimato di suo figlio e il tuo,
vedo Achhmatova.
11
C’era, molto prima che tu e io
nascessimo, una donna, con un grembiule
blu, che versava latte
nella tazza di un pittore
Poi comparisti tu,
alto, selvaggio e indifferente,
sul palcoscenico illuminato
della sua cucina
Gli anni erano turbolenti,
gli studenti ti leggevano
a letto nelle stagioni
di febbre alta
e Vermeer lavorava al tuo
ritratto.
12
Majakovskij, di dove viene il vento che
porterà i miei pensieri fino a te?
Sono andati tutti: Imam Ali, il Che,
Ghassan Kanafani e tu…
restano i duri.
Questa primavera, i pianeti si sono allineati
come prigionieri in attesa
di essere trucidati…nello splendore
dell’immenso cielo
le parole conficcate nella mia gola sono
sassi scintillanti,
il proiettile che
ti ha ucciso.
Siamo arrabbiati, e tu sai
cosa vuol dire.
13
Caro M,
con le camicie
portate al rovescio,
le loro diete e
il piangere
– sono troppo ricchi, naturalmente,
continuano a saccheggiare le giungle,
imbrigliare i fiumi e a
discutere di barche da diporto.
Alcuni di noi pensano che tu non
stia peggio
nel tuo non-mondo
della gente emaciata che
affolla i barrios delle
Americhe.
14
Carissimo,
i colori ruotano vorticosamente
nella mente
quando si guarda
nel vuoto
lasciato dalla dipartita
del tempo
particelle di energia
si riversano negli occhi
e si smette
di riflettere se sia
meglio vivere
o morire.
Traduzione di Raffaella Marzano
Etel Adnan
Majakovsky
1
Majakovsky, where are you?
I can go to the train station
and pick you up,
we can speak of the weather
on the way back,
and if you’re coming by bus
I can wait for you at the
terminal
and in case you found enough
money to have taken the plane,
I will get up early and wait
for you.
Don’t tell me dear Vladimir
that you lost my address,
and that you won’t come,
not tomorrow, not ever,
I will still wait for you
because we’re feeling miserabile
here, and elsewhere, in Europe
or in California.
We all know that your
revolution was bloody
but now the world is letting blood
with no change, no hope,
in sight
You are underfoot, Majakovsky
I mean if your bones held together,
in spite of the years,
let me inform you that
poets are leaving their rooms,
by the hundreds,
in search of you, in every
train, plane and streetcar,
and, at night, in the harbors.
2
In a fuggitivefugitive and dull light
I’m listening to a ball game
staring at a point in space
between the radio and Majakovsky
my team has not been leading
since the revolution faltered
under our expectations’ dire
weight
so we pretend to play chess
with Russians
or go skiing in the Arctic
like Norwegians on a holiday
outing
but it’s the problems
that are coming to us,
finding us reading your books,
Majakovsky, their pages yellowed
with dust;
we’re one hundred years younger,
waiting with you for the signal
that will change the world.
3
I keep asking where the poet
is hiding and get smiles and
looks of bewilderment for an answer
I go through the alleys of the
city, hoping to see him standing
by a window
I knocked at Lili Brik’s door,
her neighbors shouted that she
had gone to Paris
I read the papers and the obituaries,
but can’t find his name
It is not dark, tonight
in Moscow, because of the snow.
Back, in the hotel, there’s
this phone call: Majakovsky has
committed suicide…
I didn’t know.
4
In the Berezina of my childhood
soldiers were freezing to death
and Napoleon was losing the war
I was crying for the horse because,
lyng on their backs, they loomed
bigger than my parents
These days, I hang around some
North Beach cafés, yearning for signs
of adventure.
Something, though, is pressing on
my breathing. Customers are happy
at this special moment, celebrating
the season,
I’m confused.
5
This moment’s future is going to be too
wretched to matter. The news creates
alienation and fear.
Illumination is to be found in oak
trees, not in my heart. I’m searching
for a poet with whom to share a night
of conversation.
I remember that trains in Turkey were
producing carbon dioxide when the
empire was crumbling
and that women were drinking tea by
the edge of their desires.
6
I have friends who write mystic poems
on ecstatic days, their bare feet
playing with the ocean. Their cars
shine at their door, wagging their
tails with impatience.
Theirs are nice poems unveiling the
world the way young men uncover their
first love
I have other friends – it’s true that
they live far from the Bay – who encode
their poems on the skin of their brain.
They live in places so crowded that
they take turns and sleep two hours at
a time.
As the siege prevents them from finding
paper and ink, they dream of cutting
their veins, one morning, to write a
letter to their mother.
7
Majakovsky, the twin brothers
Blood and Death led you into their
dark chambers, immured and empty,
but your secret visions are traveling
from country to country, lodging
in different minds, and different
buildings.
8
Collecting food for the soul in
grammar books keeps us from moving
further; we lose speech, song and
cohesion.
Should we stay where we are, with
ideas about immortality boiling like
the sun itself, yesterday, visibly
a furnace ready to reduce everything
to radiating beams.
(…)
10
Did someone run you ashore on that
oceanic night or did pantalooned
clouds drop you on the pavement
while the Army was celebrating
May Day?
I want a parade for the fallen poet,
a minute of silente, some flowers…
There, silently crying between her
son’s inanimate body and yours, I
see Akhmatova.
11
There was, long before you and I
were born, a woman, with a blue
apron, pouring milk in a
painter’s cup
Then you appeared,
tall, wild and unconcerned,
on the lit stage of her
kitchen
The years were turbulent,
students were reading you in
their beds in their seasons of
high fever
and Vermeer was working on your
portrait.
12
Majakovsky, wherefrom the wind that
will carry my thoughts to you?
They’re all gone: Imam Ali, the Che,
Ghassan Kanafani and you…
the hard ones remain.
This spring, the planets aligned
themselves like prisoners waiting
to be mowed down… in the splendor of
an immense sky
words stuck in my throat are
shiny pebbles,
the bullet that
killed you.
We are angry, and you know
what it means.
13
Dear M,
With their shirts worn
inside out,
their dieting and
crying
– they’re too rich, of course,
they go on, plundering jungles,
taming rivers and
discoursing on pleasure boats.
Some of us think that you are
not worse off
in your non–world
than the emaciated people who
crowd the barrios of the
Americas.
14
Dearest,
colors swirl within
one’s brain
when one looks
into the void
left by the departure
of time
energy particles
pour into the eyes
and one ceases to
consider if it’s
better to live
or to die.