La poesia della settimana è “Nella mano fuggevole del tempo / In the Fleeting Hand of Time” di Gregory Corso poeta simbolo della beat-generation molto amato in Italia, dove aveva le sue radici familiari e dove è stato spesso ospitato. Corso morto il 17 gennaio 2001, dunque proprio venti anni fa, ha voluto che le sue ceneri fossero sepolte a Roma nel cimitero acattolico del Testaccio, accanto alla tomba di Shelley, poeta al quale si è spesso ispirato, e dove è sepolto anche John Keats, altro poeta ammirato da lui. Diventato poeta “saccheggiando” avidamente le biblioteche delle carceri in cui fu detenuto, fu accolto e riconosciuto poeta in quella comunità strana e varia che venne definita beat-generation. La traduzione di questa poesia è di Massimo Bacigalupo ed è tratta dal volume Poesie. Mindfield – Campo mentale, pubblicato dalla Newton Compton nel 2007. Fernanda Pivano, che per prima portò la sua poesia in Italia, insieme a quella di tanti altri poeti beat, scrisse di lui: «insolente al di là del sopportabile e strafottente nella più assoluta imprevedibilità qualunque cosa abbia detto o scritto ha sempre rivelato il dono di non dire mai una sciocchezza». Insieme al testo originale, alla sua traduzione, come al solito la voce del poeta che legge il suo testo. La foto di copertina, bellissima, di un Gregory molto giovane, è dell’amico Allen Ginsberg. A venti anni dalla sua scomparsa vogliamo così ricordarlo a tutti gli amici di Casa della poesia e di Potlatch continuando l’impegno per una cultura libera e condivisa.
Gregory Corso
Nella mano fuggevole del tempo
Sui gradini del manicomio luminoso
odo la campana barbuta battere per il prato di bosco
l’estremo rintocco del mio mondo
salgo ed entro in una infuocata assemblea di cavalieri
questi ignari della mia presenza espongono piani di pergamena
e con dita inguainate fanno risalire il mio arrivo
su su fino a quando stavo sui neri gradini di Roma Nerone con la cetra
nelle mie braccia il filosofo lamentoso
l’estremo singulto della storia folle
Ora la mia presenza è nota
il mio arrivo segnato da macchie miniate
Le grandi vetrate del Paradiso si aprono
In polvere radiosa si disfano le tende del Passato
Arrivano in volo stormi di uccelli multicolori
Ali lievi lucenti oh la meraviglia della luce
Il Tempo mi prende per mano
nato il 26 marzo 1930 sono sospinto a 100 all’ora sul vasto mercato della scelta
cosa scegliere? cosa scegliere?
Oh —— e lascio la mia camera arancione del mito
nessuna possibilità di mettere sotto chiave i miei giocattoli di Zeus
Scelgo la camera di Bleecker Street
Una madre bambina mi ingozza con un pallido seno milanese
Poppo mi divincolo grido oh madre olimpia
strano questo seno per me
Nevi
Decennio di asfalto ghiacciato cavalli condannati
Sogni deboli Corridoi scuri della Scuola Pubblica 42 Tetti Piccioni con colli di topo
Sospinto a 100 all’ora per queste strade mafiose fin troppo reali
profondamente depongo le mie ali d’Ermes
Oh Tempo sii misericordioso
gettami sotto la tua umanità di automobili
dammi in pasto a giganteschi grattacieli grigi
riversa il mio cuore nei tuoi ponti
io rinuncio alla mia lira d’orfica futilità
E per tale tradimento salgo questi luminosi pazzi gradini
ed entro in questa stanza di luce paradisiaca
effimero
Il tempo
un cane lungo lunghissimo dopo aver rincorso la sua coda orbitante
viene ad afferrarmi la mano
e mi guida nella vita condizionale
Traduzione: Massimo Bacigalupo.
Gregory Corso
In the Fleeting Hand of Time
On the steps of the bright madhouse
I hear the bearded bell shaking down the woodlawn
the final knell of my world
I climb and enter a fiery gathering of knights
they unaware of my presence lay forth sheepskin plans
and with mailcoated fingers trace my arrival
back back back when on the black steps of Nero lyre Rome I stood
in my arms the wailing philosopher
the final call of mad history
Now my presence is known
my arrival marked by illuminated stains
The great windows of Paradise open
Down to radiant dust fall the curtains of Past Time
In fly flocks of multicoloured birds
Light winged light O the wonder of light
Time takes me by the hand
born March 26 1930 I am led 100mph o’er the vast market of choice
what to choose? what to choose?
Oh ——— and I leave my orange room of myth
no chance to lock away my toys of Zeus
I choose the room of Bleecker Street
A baby mother stuffs my mouth with a pale Milanese breast
I suck I struggle I cry O Olympian mother
unfamiliar this breast to me
Snows
Decade of icy asphalt doomed horses
Weak dreams Dark corridors of P.S.42 Roofs Ratthroated pigeons
Led 100 mph over these all too real Mafia streets
profanely I shed my Hermean wings
O Time be merciful
throw me beneath your humanity of cars
feed me to giant grey skyscrapers
exhaust my heart to your bridges
I discard my lyre of Orphic futility
And for such betrayal I climb these bright mad steps
and enter this room of paradiscal light
ephemeral
Time
a long long dog having chased its orbited tail
comes grab my hand
and leads me into conditional life
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