La seconda poesia della settimana del mese di novembre è dedicata ad una poetessa spagnola, amica carissima di Casa della poesia e una delle voci più belle della generazione spagnola nata negli anni ’60, Guadalupe Grande. La poesia scelta è “Gatte partorienti / Gatas pariendo“, la traduzione di Raffaella Marzano è tratta dal volume “Mestiere senza crisalide” (Multimedia Edizioni, 2013). Come al solito potete leggere in questa pagina il testo originale, la poesia in traduzione, e soprattutto ascoltare la lettura del poeta. La bella foto di copertina è di Vicente Garcia. Prosegue così l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, accessibile, condivisa.
Guadalupe Grande
Gatte partorienti
Così ascolti le cose della tua vita come il miagolio di un gatto in fondo al giardino
Ti svegli all’alba e senti in fondo molto in fondo questo remoto miagolio di gatto appena nato
E un’estate e poi un’altra e un’altra ancora fino ad arrivare a questa notte
in fondo al giardino in fondo
Così ascolti le cose della tua vita così ascolti le cose del mondo al buio di notte palpando la paura di non capire o quella di non volerlo fare
e questo gatto non smette di miagolare ed è una piccola ferita non sai di che non sai di chi ma è lì che insiste a gridare di fame e notte sul ciglio del pericolo sul ciglio dell’abisso sul ciglio del giardino Una macchina un faro poi nulla
E continueranno i miagolii più ossessionati di te e se no vedremo alla prossima estate fino alla prossima canicola suono impotente come un’onomatopea così poco lirica che non la puoi scrivere
Cosa penserebbe nessuno e chi è nessuno al leggere quest’onomatopea così liricamente scritta così ridicolmente sonora così vignetta del dopoguerra
ma suona suona ogni notte
e tu per lambire la ferita dici che così ebbe inizio tutto con un’onomatopea con un suono tanto innominabile come ora l’insistente miagolio del gatto appena nato che ti richiama a dove che ti chiede cosa
O chissà qualcosa di peggio forse nulla ti richiama e soltanto ti risvegli nel mezzo della notte per essere il precario testimone che non può tradurre un’onomatopea Questo ti dici per lambire la ferita
Ascolti il miagolio del gatto Hai visto un uomo senza braccia sull’orlo dell’elemosina hai sfiorato la gamba perduta dell’animale nei pantaloni ripiegati sulla coscia hai capito che la morte è un ramo di rose di plastica legato a un fanale
e ti sei chiesto quale parola non è un’onomatopea indecifrabile una persecuzione nell’ombra
Una estate e un’altra in fondo alla vita in fondo al giardino in fondo al suono
E le gatte continuano a partorire senza smettere e sembrano onomatopee che in fondo al giardino risuonano come le tavole della legge
Traduzione di Raffaella Marzano
Guadalupe Grande
Gatas pariendo
Así escuchas las cosas de tu vida como el maullido de un gato al fondo del jardín
Te despiertas de madrugada y oyes al fondo muy al fondo ese remoto maullido de gato recién nacido
Y un verano y luego otro y otro más hasta llegar a esta noche
al fondo del jardín al fondo
Así escuchas las cosas de tu vida así escuchas las cosas del mundo a oscuras de noche palpando el susto de no entender o el de no querer hacerlo
y ese gato no para de maullar y es una pequeña herida no sabes de qué no sabes de quién pero ahí está insistiendo clamando de hambre y noche al borde del peligro al borde del abismo al borde del jardín Un coche
un faro luego nada
Y continuarán los maullidos más obcecados que tú y si no al tiempo al próximo verano hasta la próxima canícula sonido desvalido como una onomatopeya tan poco lírica que no la puedes escribir
Qué pensaría nadie y quién es nadie al leer esa onomatopeya tan líricamente escrita tan ridículamente sonora tan de viñeta de posguerra
pero suena suena cada noche
y tú para bordear la herida dices que así empezó todo con una onomatopeya con un sonido tan innombrable como ahora el insistente aullido del gato recién nacido convocándote a dónde pidiéndote qué
O quizá algo peor tal vez nada te convoque y tan solo te despiertas en medio de la noche para ser el precario testigo que no puede traducir una onomatopeya Eso te dices para bordear la herida
Escuchas el maullido del gato Has visto un hombre sin brazos al borde de la limosna has rozado la pierna perdida del animal en el pantalón doblado sobre el muslo has comprendido que la muerte es un ramo de rosas de plástico atado a un farol
y te has preguntado qué palabra no es una onomatopeya indescifrable una persecución en la sombra
Un verano y otro al fondo de la vida al fondo del jardín al fondo del sonido
Y las gatas siguen pariendo sin parar y paren onomatopeyas que al fondo del jardín resuenan como las tablas de la ley
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