La prima “poesia della settimana” del mese di aprile è “Immagina Jean Cocteu / Immagine Jean Cocteau” di Ira Cohen. Ira è stato uno dei personaggi più importanti ed interessante dell’underground newyorchese. Poeta, fotografo, regista, performer, grande viaggiatore, interessato ai misticismi orientali e ai fenomeni di trance è stato un amico del progetto di Casa della poesia. La traduzione è di Raffaella Marzano e la registrazione realizzata ad Amalfi nel corso di “Parole di mare” nel 2000. Prosegue attraverso Potlatch il progetto di condivisione e diffusione dei materiali raccolti nell’archivio di Casa della poesia.
Ira Cohen
Immagina Jean Cocteau
Immagina Jean Cocteau nell’ingresso
con in mano una fiaccola
Immagina un cane ammaestrato che recita,
una Rock and Roll Band
Immagina che io sia Curly dei Tre Stooges
travestito da William Shakespeare
Immagina che sia il cugino del Sindaco
di New York o il Re del Nepal
(non ho detto Napoleone!)
Immagina come sia essere nello splendore
di luci roventi quando desideri solo angoli
bui
Immagina i Ghost Patrol, la Tribal
Orchestra —
Immagina un elefante che suoni l’armonica
o qualcuno che soppesi ossa al margine
del deserto in Afghanistan
Immagina che queste poesie siano momenti registrati
di temporanea sanità
Immagina che l’orologio sia appena tornato indietro —
o andato avanti — di cento anni invece che di un’ora
Facciamo finta che non ci sia alcun posto in cui andare,
che siamo qui nel Cosmic Hotel,
e le nostre borse siano piene e che avessimo solo un’ora
prima di dover lasciare l’hotel
Immagina quello che vuoi ma sappi che non è
l’immaginazione ma l’esperienza che fa la poesia,
e che dietro ogni immagine,
dietro ogni parola c’è qualcosa
che sto cercando di dirti,
qualcosa che è accaduta davvero.
Traduzione di Raffaella Marzano
Ira Cohen
Imagine Jean Cocteau
Imagine Jean Cocteau in the lobby
holding a torch
Imagine a trained dog act,
a Rock and Roll Band
Imagine I am Curly of the Three Stooges
disguised as Wm Shakespeare
Imagine that I’m the cousin of the Mayor
of New York or the King of Nepal
(I didn’t say Napoleon!)
Imagine what it is like to be in the glare
of hot lights when you are longing for dark
corners
Imagine the Ghost Patrol, the Tribal
Orchestra –
Imagine an elephant playing a harmonica
or someone weighing out bones on the edge
of the desert in Afghanistan
Imagine that these poems are recorded moments
of temporary sanity
Imagine that the clock was just turned back –
or forwards – a hundred years instead of an hour
Let us pretend that we have no place to go,
that we are here in the Cosmic Hotel,
that our bags are packed & that we have one hour
to checkout time
Imagine whatever you will but know that it is not
imagination but experience which makes poetry,
and that behind every image,
behind every word there is something
I am trying to tell you,
something that really happened.
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