La poesia della settimana è dedicata al nostro caro Izet Sarajlić, uno dei maggiori poeti europei del secondo Novecento, presidente onorario di Casa della poesia, amico fraterno di Alfonso Gatto, cittadino onorario della città di Salerno, grande cantore della Sarajevo città dell’amore e poi della città martire, scomparso nel 2002. Casa della poesia con Multimedia Edizioni ha tradotto e pubblicato prima l’ampia antologia “Qualcuno ha suonato“ e poi quel piccolo “miracolo” che è il “Libro degli addii”, il testamento poetico di Sarajlić. Entrambi i libri sono stati tradotti da Sinan Gudžević e Raffaella Marzano. In questa pagina proponiamo la bella, ironica, dissacrante “Helenka Votipkova”, che Izet amava proporre nelle sue letture. Come al solito trovate in questa pagina testo originale, traduzione e l’emozionante lettura di Sarajlić. La registrazione è stata realizzata nel corso di Napolipoesia nel 2001 e anche la foto di copertina di Enrico Salzano. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Izet Sarajlić
Helenka Votipkova
Tutta la Via del Popolo di Praga si voltava a guardare Helenka Votipkova.
E c’era da vedere! Persino nei racconti di Kundera una bellezza del genere è rara.
Nel suo piccolo appartamento sotto il tetto con le pareti tappezzate dai versi di Nezval ogni volta sono stato accolto con gioia,
e il suo gatto Svatopluh, secondo Helenka, amava addormentarsi solo nel mio grembo.
Naturalmente, nella mia vita non è mai esistita una Helenka Votipkova e neanche il gatto Svatopluh.
Lo racconto così, solo per i miei futuri biografi.
In qualche altra vita, non nella mia, avrei volentieri studiato a Praga la parte inesistente della biografia di qualcuno.
Specialmente se in un appartamento sotto il tetto mi avesse davvero atteso una tale Helenka Votipkova!
Traduzione: Raffaella Marzano e Sinan Gudžević
Izet Sarajlić
Helenka Votipkova
Čitava Narodna ulica u Pragu okretala bi se za Helenka vitipkovom.
Imala je i za kim! I u Kunderinim pričama takve ljepotice su prava rijetkost.
U njenom malom mansardnom stanu sa zidovima ispisanim Nezvalovim stihovima uvijek sam bio dočekivan radošću,
a mačak Svatopluh, po riječima same Helenke, najviše je volio da zaspe u mom krilu.
Naravno, nikada nikakve Helenke Vopitkove nije bilo u mom životu, ni maka Svatopluha.
To ja tek onako, radi budućih biografa.
U nekom drugom, ne mom, životu i sam bih rado u Pragu proučavao nepostojeći dio nečije biografije.
Pogotovo ako bi me u nekom potkrovlju zaista čekala neka tavka Helenka Votipkova!
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