Riprendiamo una delle rubriche di maggiore successo tra le attività di Casa della poesia e di Potlatch, “la poesia della settimana”, dedicata, per questa apertura di anno, ad una grande poetessa ed amica, Janine Pommy Vega. Janine è stata una protagonista del movimento beat (la più giovane del gruppo) ma anche dell’impegno civile, della poesia portata nelle carceri, della poesia come strumento di riscatto sociale. La poesia scelta è “Madre di Tavolieri” scritta dopo una visita al Museo Archeologico di Napoli nel 2001.
Il 23 dicembre 2010 Janine è volata via dal suo corpo che non riusciva più a contenere la sua energia, la sua gioia, la sua poesia. Ora rimane con noi nei ricordi e con la sua poesia. La foto di copertina è di Andrea Pecchioli e la traduzione di Raffaella Marzano. La registrazione è stata realizzata a Casa della poesia. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, democratica e condivisa.
Janine Pommy Vega
Madre di Tavolieri
(per Devorah Major & Sinan Gudžević)
I: MUSEO
Trattieni il respiro
in attesa che il sospiro del vento
aiuti il parto
guardi avanti negli anni bambini
che giaceranno nel caos senza di te
Hai piegato all’indietro la testa
sotto il cielo, gli occhi chiusi
zigzag sotto i tuoi seni
le tue mani raccolgono grano
le tue mani versano olio
In punta di piedi sugli scalini dietro il guardiano
del museo affinché nessuno ci segua, ci arrampichiamo
all’indietro nel tempo, attraverso i piani
del Museo Archeologico di Napoli
cerchiamo tracce
Sei scritta sui vasi, la rete
d’acqua, lo zigzag delle montagne
lo scarabocchio ondulato che celebra l’abbondanza
e al piano superiore la foto della tua
urna Mesolitica, Madre di Tavolieri.
Nell’urna sul fianco di una collina
ti hanno trovato
fra l’arredo dei morti
la tua bocca una O rotonda
potresti quasi star dormendo
sognando nella sonnolenza
di un altro tempo, di intuizione rannuvolata
quando vorremmo voltarci, Pothnia Theiron,
Madre degli Animali, e giacciamo sparpagliati
come semi addormentati su una pianura di ferro
II: VESUVIO
Dunque questa è la tua bocca di Vesuvio
aperta a sorsate d’aria
aironi marini
e strepito di gabbiani
dunque è questo il tuo calderone
uno spazio vuoto
nei lapilli di lava
la roccia rosea
della tua bocca è eloquente
come il fiato sospeso dei morti
Buchi nelle pietre
i tuoi occhi vuoti
le palpebre chiuse, la pelle
tra noi
e il tuo sogno interiore
Grigi fili di fumo
dal lato della tua bocca
fluttuano attraverso le macerie
come attraverso un velo
Cosa vedi
nel mormorio delle moltitudini?
Bambini che si arrampicano sulla tua schiena
scalatori seri con picconi e scale di corda
migliaia milioni miliardi di noi
Mater Matuta, riportaci alle tue mani.
Napoli, Italia, 28 aprile, 2001
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Janine Pommy Vega
Madre di Tavolieri
(for Devorah Major & Sinan Gudžević)
I: MUSEUM
You are drawing your breath in
waiting for the sighs of the wind
to aid in childbirth
you are looking years ahead to children
who will lie down in chaos without you
You have tilted your head back
under the sky, your eyes closed
zigzags under your breasts
your hand pulling up grain
your hand pouring out oil
Tiptoeing up the steps behind museum
guard so no one will follow, we climb
back through time, up the stories
of Napoli’s Archaeological Museum
we are looking for traces
You are written in the pots, the skein
of water, the zigzag of mountains
the wavy scrawl celebrating plenty
and on the top floor the photo of your
Mesolithic urn, Madre di Tavolieri.
In the urn on the side of a hill
they found you
among the things of the dead
your mouth a round O
you could almost be sleeping
dreaming in the somnolence
of another time, of intuition clouded
when we would turn away, Pothnia Theiron,
Mother of Animals, and lie scattered
like dormant seeds on an iron plain
II: VESUVIO
So this is your mouth of Vesuvio
open to gulps of air
sea egrets
and babble of gulls
so this is your cauldron
a vacant space
in the lava pellets
the rosy rock
of your mouth speaks volumes
like the indrawn breath of the dead
Holes in the stones
your empty eyes
closed eyelids, the skin
between us
and your interior dream
Gray wisps of smoke
from the side of your mouth
waft through the rubble
as through a veil
What do you see
in the babble of multitudes?
Children scrambling on your back
serious climbers with picks and rope ladders
thousands millions billions of us
Mater Matuta, take us back to your hands.
Napoli, Italy, April 28, 2001
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