“La poesia della settimana” continua ad offrirvi piccoli gioielli. Oggi vi proponiamo, come ultima poesia dell’anno, “Daralhorra” della meravigliosa poetessa spagnola María Victoria Atencia, una delle maggiori esponenti femminili della generazione degli anni ’50 (è nata nel 1931). A lei è stato appena attribuito il Premio Nacional de las Letras Españolas. Abbiamo avuto la fortuna e l’onore in passato di avere Maria Victoria più volte con noi, nei nostri progetti. Ecco il testo in lingua originale, nella traduzione di Raffaella Marzano e nella bella lettura della Atencia. La registrazione è stata realizzata a Pistoia nel corso dell’evento “Il cammino delle comete” nel 2004. Mentre vi auguriamo un sereno nuovo anno, promettiamo di continuare l’impegno di Casa della poesia per una cultura diffusa e condivisa.
María Victoria Atencia
Daralhorra
(Palacio granadino)
La memoria dell’acqua – non l’acqua – sosteneva
le fragili, antiche colonne di alabastro
– o confondo i luoghi? –, e un profumo di cedro
– non il cedro – mi invitava a un cortile nel quale appena
misi il piede, misi l’anima – o confondo il momento? –.
Mia perpetua esiliata, anima mia, da me:
dammi un punto di appoggio, abbi almeno un nome,
mi cinga un melograno con la sua amara corona.
(1988)
Traduzione: Raffaella Marzano
María Victoria Atencia
Daralhorra
(Palazzo granadino)
La memoria del agua – no el agua – sostenía
las frágiles, antiguas columnas de alabastro
– o confundo los sitios –, y un perfume de cedro
– no el cedro – me invitaba a un patio en el que apenas
puse el pie, puse el alma – o confundo el instante –.
Mi perpetua exiliada, alma mía, de mí:
dame un quicio de apoyo, ten un nombre siquiera,
cíñame una granada su corona de layo.
(1988)

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