L’ultima “poesia della settimana” del mese di aprile è “Visite guidate” del poeta, scrittore, regista Mauro Macario. Scrive Francesco Di Nicola nella prefazione a “Metà di niente”, l’ultima raccolta del poeta ligure: «la poesia di Macario è “necessaria”, è l’esito di un’urgenza interiore di affidare alle parole le tre corde centrali della sua ispirazione che è civile, elegiaca ed esistenziale». Come al solito potete ascoltare la bella lettura dell’autore. Macario, amico di Casa della poesia, sarà nostro ospite venerdì 29 aprile 2016. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
MAURO MACARIO
Visite guidate
No, non sono i miei versi che vorrei lasciarti
ma la fondazione degli incanti svaniti
un ente a scopo benefico
per allertare i giovani romantici
sui rischi mortali di questa inclinazione
comincia per indole e finisce in malattia
tra questi due poli passano guarigioni e ricadute
finché la vista interiore ormai compromessa
giocherà brutti scherzi
come avere miraggi in mezzo al traffico
o al bar in ufficio a casa di amici
in tutte le stagioni con ogni tempo
a te assetato d’amore sembrerà di bere l’oceano
perché i miraggi si presentano bene
sanno come muoversi
studiano il soggetto
sollecitano la disperazione
toccandosi con impudicizia
e infine sparire come se non fossero mai esistiti
è un’arte in cui sono maestri
ma l’acqua salata accresce l’arsura e porta al delirio
lo sanno bene i naufraghi che pensano di essere salvi
mentre vanno a fondo
e se proprio non potrai sottrarti a questo destino
sappi che avrai una vita immaginata e non vissuta
No, non sono i miei versi che vorrei lasciarti
ma la carta stradale del paese che non c’è
ci si arriva facilmente basta perdersi nell’altro
e “nessuno uscirà vivo da qui” è il cartello di benvenuto
ti sarà incomprensibile
dai tempo al tempo
capirai dopo
non dimenticare di portare con te
il certificato di perdente onorario
usalo per rimpiazzare il sogno appena consumato
con un’altra opzione in pronta consegna
è un salvavita che non deve mancarti
il rischio di lucidità irreversibile è troppo alto
con conseguenze gravi fino al suicidio assistito
la protagonista del tuo sogno è specializzata
nella dolce morte
rinnegala o approfittane
No, non sono i miei versi che vorrei lasciarti
ma la biblioteca delle memorie dolenti
lunghi corridoi di ombre catalogate
storie sacre come nei sotterranei dei conventi
memorie che fanno male anche a distanza di anni
per consultarle ci vuole un’epidurale
calmare nel petto il respiro
e aspettare l’antica visitatrice
pazientemente in fila
con il ticket tra le dita
la memoria cadrà dall’ultimo tramonto
come da uno scaffale impolverato
e si aprirà sull’unica pagina mancante
per lasciare in sospeso il finale
a un altro candidato last minute
ciascuno costruisce la propria infelicità
con artigianale malinconia di falegname
che sia sogno o la sua negazione
(Sarzana, 15 gennaio 2014)
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