La prima poesia della settimana del mese di ottobre è dedicata ad un poeta “leggendario” Nicanor Parra, scomparso lo scorso anno a 103 anni. Cileno, fratello maggiore della famosa Violeta Parra, matematico, fisico, inventore dell’antipoesia, ironico, corrosivo, crudele, smitizzante, scandaloso nel mondo sacrale della poesia, utilizzando un linguaggio vicino alla prosa, del parlare quotidiano, costruendo i suoi testi con originalità avvicinandole a forme di conferenze, narrazioni rapporti, lezioni. È considerato da molti uno dei maggiori poeti latinoamericani. La poesia scelta è “Epitaffio / Epitafio”, la traduzione di Matteo Lefèvre, è tratta dal volume appena edito da Bompiani nella nuova collana Capoversi, L’ultimo spegne la luce. Come al solito è possibile leggere oltre alla traduzione anche il testo originale e ascoltare la voce di Parra, tratta da un vecchio disco cileno. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
NICANOR PARRA
EPITAFFIO
Statura nella media,
La voce né sottile né profonda,
Primo figlio di un maestro elementare
E di una sarta di retrobottega;
Magro fin dalla nascita
Pur se devoto della buona tavola;
Dalle guance scavate
E dalle orecchie piuttosto ingombranti;
Con un volto squadrato
Nel quale gli occhi si aprono a stento
E un naso da pugilatore creolo
Scende a una bocca da idolo azteco
– Tutto questo condito
Da una luce tra il perfido e l’ironico –
Né troppo furbo né scemo completo
Io fui così: un misto
Di buon olio da tavola e di aceto
Un insaccato d’angelo e di bestia!
Traduzione di Matteo Lefèvre
NICANOR PARRA
EPITAFIO
De estatura mediana,
Con una voz ni delgada ni gruesa,
Hijo mayor de un profesor primario
Y de una modista de trastienda;
Flaco de nacimiento
Aunque devoto de la buena mesa;
De mejillas escuálidas
Y de más bien abundantes orejas;
Con un rostro cuadrado
En que los ojos se abren apenas
Y una nariz de boxeador mulato
Baja a la boca de ídolo azteca
—Todo esto bañado
Por una luz entre irónica y pérfi da—
Ni muy listo ni tonto de remate
Fui lo que fui: una mezcla
De vinagre y de aceite de comer
¡Un embutido de ángel y bestia!
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