La poesia della settimana è dedicata ad uno dei massimi poeti francesi del Novecento, René Char e si tratta da alcuni frammenti poetici tratti da “Fogli d’Ipnos / Feuillets d’Hypnos“, opera tra le più importanti ed amate della poesia francese, scritta nel 1946 in brevi e fulminanti riflessioni ispirate dall’esperienza partigiana, vissuta personalmente da René Char (col soprannome di Capitano Alexandre) nell’ambito della resistenza francese. La traduzione, bellissima, è del poeta italiano Vittorio Sereni. Come sempre potete leggere la versione originale, la traduzione e soprattutto ascoltare i versi dalla voce del poeta. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera, comune, condivisa.
René Char
frammenti da “Fogli d’Ipnos”
Queste note non debbono niente all’amore di sé, niente alla notizia, alla massima o al romanzo. Anche un fuoco di erbe secche avrebbe potuto far loro da editore. La vista del sangue martoriato ne ha fatto perdere il filo una volta, ridotto a zero la loro importanza. Furono scritte nella tensione, nella collera, nella paura, nell’emulazione, nel disgusto, nella scaltrezza, nel raccoglimento furtivo, nell’illusione del futuro, nell’amicizia, nell’amore. Per dire quanto i fatti le hanno segnate. Più spesso sorvolate, poi, che rilette.
20
Penso all’esercito di fuggiaschi con appetiti di dittatura che forse, in questo paese di corta memoria, gli scampati a questo tempo d’algebra dannata rivedranno al potere.
21
Amaro futuro, futuro amaro, ballo tra i rosai…
100
Dobbiamo superare rabbia e disgusto, dobbiamo farli condividere per elevare ed estendere la nostra azione come la nostra morale.
101
Immaginazione, ragazzo.
102
La memoria non sa agire sul ricordo. Il ricordo non ha forza contro la memroia. La felicità non sale più.
104
Solo gli occhi sono ancora capaci di gettare un grido.
Traduzione di Vittorio Sereni
RENÉ CHAR
De “Feuillets d’hypnos”
Ces notes m’empruntent rien à l’amour de soi, à la nouvelle, à la maxime ou au roman. Un feu d’herbes sèches eût tout aussi bien été leur éditeur. Le vue du sang supplicié en a fait une fois perdre le fil, a réduit à néant leur importance. Elles furent écrites dans la tension, la colère, la peur, l’émulation, le dégoût, la ruse, le recueillement furtif, l’illusion de l’avenir, l’amitié, l’amour. C’est dire combien elles sont affectées par l’evénement. Ensuite plus souvent survolées que relues.
20
Je songe à cette armée de fuyards aux appétits de dictature que reverront peut-être au pouvoir, dans cet oublieux pays, ceux qui survivront à ce temps d’algèbre damnée.
21
Amer avenir, amer avenir, bal parmi les rosiers…
100
Nous devons surmonter notre rage et notre dégoût, nous devons les faire partager, afin d’élever et délargir notre action comme notre morale.
101
Imagination, mon enfant.
102
La mémoire est sans action sur le souvenir. Le souvenir est sans force contre la mémoire. La bonheur ne monte plus.
104
Les yeux seuls sont encore capables de pousser un cri.
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