Proprio perché non riusciamo a trovare le giuste parole per raccontare l’orrore, l’angoscia, la paura, lo sdegno, utilizziamo quelle dei poeti, certi che i loro versi sapranno parlare al cuore e alla mente di chi vorrà leggerli. In questi momenti bui la poesia ci soccorre, ci aiuta, ci cura, ci fa riflettere e sperare. Riproponiamo una “poesia della settimana” di uno dei maggiori poeti italiani Roberto Carifi. Siamo molto legati a lui, che ha vissuto con grandi difficoltà questi ultimi anni. La poesia scelta, una delle sue preferite, è “Magari cadessero in ginocchio...”. Oltre a leggere la poesia potete, come al solito, ascoltarla dalla voce dell’autore. La bella lettura è stata realizzata nel corso dell’evento “Il cammino delle comete. Incontri internazionali di poesia” (Pistoia, 2005). Prosegue l’impegno di Potlatch e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, condivisa, di pace.
Magari cadessero in ginocchio
e si sfiorassero le mani,
senza contesa
uno si abbandonasse all’altro
e un volto deciso alla pietà
li radunasse dove non c’è radice,
dove conta soltanto il dono.
Magari fiorisse la frontiera spoglia
e per ogni bandiera ammainata
sventolassero scialli di madri sui pennoni
e la neve tardiva si sciogliesse
come gli occhi si sciolgono al perdono.
da: Il Gelo e la luce (2003)
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