La prima “poesia della settimana” di febbraio è dedicata ad una delle voci più potenti e limpide della letteratura americana del Novecento, Sylvia Plath. Intensa e di forte impatto emotivo è “On the Decline of Oracles / Sul declino degli oracoli“. La traduzione è di Anna Ravano. Potete come sempre leggere il testo originale, la traduzione, ma soprattutto ascoltare la voce e la lettura della Plath. Prosegue costante l’opera di proposta e condivisione di Casa della poesia.
Sylvia Plath
Sul declino degli oracoli
Mio padre teneva una conchiglia ricurva
presso due bronzei reggilibri a forma di veliero,
e io sentivo fremere nei suoi denti freddi
le voci di quell’ambiguo mare anelato
da Böcklin quando, vecchio, reggeva una conchiglia
all’orecchio per udire il mare che non poteva udire.
Quel che la conchiglia diceva al suo orecchio interiore
lui lo sapeva, ma i villani non lo sanno.
Mio padre morì e alla sua morte
lasciò agli eredi i suoi libri e la conchiglia.
I libri se li prese il fuoco, la conchiglia il mare,
ma io, io conservo le voci che lui
mi mise nell’orecchio, e nell’occhio
la vista di quelle onde azzurre non vedute
che lo spirito di Böcklin ancora piange.
Banchettano e si moltiplicano i villani.
Non vedo, a eclissare il bue allo spiedo,
né cigno d’ottone né stella ardente,
segni araldici di un’età più essenziale,
bensì tre uomini che entrano nel cortile,
tre uomini che salgono le scale.
Senza frutto, le loro immagini ciarliere
invadono l’occhio claustrale come pagine
di un fumetto grossolano, e verso
l’accadere di questo evento
la terra ora si volge. Tra mezz’ora
scenderò la scala malandata e incontrerò
quei tre che salgono. Vale
meno del presente, del passato, questo futuro.
Senza valore questa visione per occhi offuscati
che un tempo videro cadere le torri di Troia,
videro il male prorompere dal Nord.
Traduzione: Anna Ravano
Sylvia Plath
On the Decline of Oracles
My father kept a vaulted conch
By two bronze bookends of ships in sail,
And as I listened its cold teeth seethed
With voices of that ambiguous sea
Old Böcklin missed, who held a shell
To hear the sea he could not hear.
What the seashell spoke to his inner ear
He knew, but no peasants know.
My father died, and when he died
He willed his books and shell away.
The books burned up, sea took the shell,
But I, I kept the voices he
Set in my ear, and in my eye
The sight of those blue, unseen waves
For which the ghost Böcklin grieves.
The peasants feast and multiply.
Eclipsing the spitted ox I see
Neither brazen swan nor burning star,
Heraldry of a starker age,
But three men entering the yards,
And those men coming up the stair.
Profitless, their gossiping images
Invade the cloistral eye like pages
From a gross comic strip, and toward
The happening of this happening
The earth turns now. In half an hour
I shall go down the shabby stair and meet,
Coming up, those three. Worth
Less than present, past – this future.
Worthless such vision to eyes gone dull
That once descirbed Troy’s towers fall,
Saw evil break out of the north.
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