La poesia della settimana è dedicata ad un grande poeta polacco che abbiamo amato molto e provato spesso, quando era ancora in vita, ad avere nei nostri progetti, Tadeusz Różewicz (1921-2014). Poeta e drammaturgo è stato (insieme a Wisława Szymborska, Czesław Miłosz, Zbigniew Herbert) un grande protagonista di quella straordinaria generazione di poeti polacchi, cresciuti durante la seconda guerra mondiale. Quella tragedia, l’occupazione nazista, i massacri, i campi di concentramento, “l’uncino da macellaio della storia”, lo accompagneranno per tutta la vita. La poesia scelta è “Il testimone / Świadek“, la foto di copertina di Elżbieta Lempp. La traduzione di Carlo Verdiani è tratta dal libro, Tadeusz Różewicz, Il guanto rosso e altre poesie, Edizioni Scheiwiller, 2003. Come al solito trovate in questa pagina il testo originale, la sua traduzione e la lettura del poeta. Prosegue l’impegno di Potlatch e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, condivisa.
Tadeusz Różewicz
Il testimone
Tu sai ch’io ci sono
ma non entrare d’improvviso
nella mia stanza
potresti vedere
come resto in silenzio
sul foglio bianco
Si può forse scrivere
sull’amore
udendo le grida
dei trucidati degli umiliati
si può forse scrivere
sulla morte
guardando i visini
dei bimbi
Non entrare d’improvviso
nella mia stanza
Tu vedrai un muto
e impacciato
testimone d’un amore
vinto dalla morte
Traduzione: Carlo Verdiani
Tadeusz Różewicz
Świadek
Ty wiesz że jestem
ale nie wchodź nagle
do mego pokoju
mogłabyś zobaczyć
jak milczę
nad białą kartą
Czy można pisać
o miłości
słysząc krzyki
zamordowanych i pohańbionych
czy można pisać
o śmierci
patrząc na twarzyczki
dzieci
Nie wchodź nagle
do mego pokoju
Zobaczysz niemego
i skrępowanego
świadka miłości
którą zwycięża śmierć
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