Tra qualche settimana ritorneranno in piazza le nostre amiche, madri, sorelle, compagne, mogli, provando a chiedere e a costruire, per tutti e non solo per loro, un paese migliore e una nuova idea di futuro. Ci piace offrire agli amici di Casa della poesia, come poesia della settimana “Happy Marriage” (Felice matrimonio) e presentarvi così la voce di un personaggio straordinario, Taslima Nasrin, del Bangladesh. Donna, scrittrice, medico e attivista femminista e per questo perseguitata e in fuga, icona di libertà, di lotta, di resistenza, di emancipazione. Come al solito potete leggere la poesia anche in originale e ascoltare la lettura di Taslima. La registrazione è stata realizzata nel corso dell’evento “Napolipoesia nel Parco” nel 2009. La traduzione è di Raffaella Marzano. Prosegue l’impegno di Casa della poesia per una cultura libera e condivisa.
Taslima Nasrin
Felice matrimonio
La mia vita, come una striscia di terra,
è stata espugnata da un mostro.
Lui vuole il mio corpo sotto il suo controllo
così, se vuole può sputarmi in faccia,
schiaffeggiarmi sul viso,
e pizzicarmi il sedere;
così, se lo desidera.
Così, se vuole può derubarmi dei miei abiti,
e prendere la mia nuda bellezza nella sua morsa.
Così, se vuole può cavarmi gli occhi,
così, se vuole può incatenarmi i piedi,
se vuole può, senza scrupolo, frustarmi,
se vuole può tagliarmi le mani, le dita.
Se vuole può spargere sale nella ferita aperta,
può gettarmi pepe macinato negli occhi.
Così, se vuole, può tagliarmi le cosce con un pugnale,
così, se vuole, può legarmi e impiccarmi.
Voleva il mio cuore sotto il suo controllo
affinché io lo ami:
nella mia casa solitaria di notte,
sveglia, in preda all’ansia,
aggrappata alle grate della finestra,
lo aspetterei sospirando;
versando lacrime, preparerei pane fatto in casa,
berrei, come se fosse ambrosia,
i fetidi liquidi del suo corpo poligamo.
Così che, amandolo, mi scioglierei come cera,
senza mai volgere lo sguardo su un altro uomo.
Darei prova della mia castità per tutta la vita.
Così che, amandolo,
in una notte illuminata dalla luna
mi suiciderei
in un accesso d’estasi
Traduzione: Raffaella Marzano
Taslima Nasrin
Happy Marriage
My life,
like a sandbar, has been taken over by a monster of a man.
He wants my body under his control
so that if he wishes he can spit in my face,
slap me on the cheek
and pinch my rear.
So that if he wishes he can rob me of my clothes
and take the naked beauty in his grip.
So that if he wishes he can pull out my eyes,
so that if he wishes he can chain my feet,
if he wishes, he can, with no qualms whatsoever,
use a whip on me,
if he wishes he can chop of m hands, my fingers.
If he wishes he can sprinkle salt in the open wound,
he can throw ground-up black pepper in my eyes.
So that if he wishes he can slash my thigh with a dagger,
so that if he wishes he can string me /up and hang me.
He wanted my heart under his control
so that I would love him:
in my lonely house at night,
sleepless, full of anxiety,
clutching at the window grille,
I would wait for him and sob,
My tears rolling down, I would bake homemade bread;
so that I would drink, as if they were ambrosia,
the filthy liquids of his polygynous body.
So that, loving him, I would melt like wax,
not turning my yees toward any other man,
I would give proof of my chastity all my life.
So that, loving him
on some moonlit night I would commit suicide
in a fit of ecstasy
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