In questo momento così difficile di isolamento necessario e forzato, di perdita di identità di gruppo, proviamo almeno virtualmente a mantenere insieme la nostra piccola comunità offrendo contenuti nuovi e significativi dal nostro grande archivio. Tutta la “famiglia” di Casa della poesia (poeti, operatori culturali, amici, lettori, appassionati e la redazione di Potlatch) si stringe in un abbraccio virtuale che trova nella poesia una forma di resistenza, di riflessione, di consolazione, d’amore, di aiuto, di lotta e di speranza. Dall’eremo di Casa della poesia, in questa rubrica “la poesia che ci salva”, Felix Grande e la sua bellissima “Poetica“, augurandoci di venir fuori presto da questo incubo, invitiamo come scriveva Izet Sarajlć a stare insieme e a passeggiare “almeno in questa poesia”. Seguite queste pagine di Potlatch, ci saranno continue novità. A presto
FELIX GRANDE
POETICA
Per come vanno le cose per come va la ferita
la fine può venire da qualunque parte
Ma cadrò dicendo che è stata buona la vita
e che valeva la pena vivere e andare in pezzi
posso morire di insonnia di angoscia o di terrore
o di cirrosi o di solitudine o di pena
Ma fino alla fine resisterà il fervore
morirò dicendo che la vita è stata buona
Posso restare senza casa senza gente senza visite
scalzo e senza un tozzo di pane e la dispensa vuota
Sospetto che la mia vita sarà così ed è già scritto
Ma cadrò dicendo che la vita è stata buona
Possono uccidermi lo schifo la vergogna o la noia
o la tortura venale o una bomba omicida
Né questo mondo né io abbiamo rimedio
Ma cadrò dicendo che è stata buona la vita
Per come vanno le cose il mio cuore si colma
di porte che si chiudono con cautela e timore
Ma cadrò dicendo che la vita è stata buona
la voglio con fatica con orrore con amore
Traduzione di Raffaella Marzano
FELIX GRANDE
POÉTICA
Tal como van las cosas tal como va la herida
puede venir el fin desde cualquier lugar
Pero caeré diciendo que era buena la vida
y que valía la pena vivir y reventar
Puedo morir de insomnio de angustia o de terror
o de cirrosis o de soledad o de pena
Pero hasta el mismo fin resistirá el fervor
me moriré diciendo que la vida era buena
Puedo quedar sin casa sin gente sin visita
descalzo y sin mendrugo ni nada en mi alhacena
Sospecho que mi vida será así y ya está escrita
Pero caeré dicendo que la vida era buena
Pueden matarme el asco la verguenza o el tedio
o la venal tortura o una bomba homicida
Ni este mundo ni yo tenemos ya remedio
Pero caeré diciendo que era buena la vida
Tal como van las cosas mi corazón se llena
de puertas que se cierran con sigilo y temor
Pero caeré diciendo que la vida era buena
la quiero con cansancio con horror con amor