In questo momento così difficile di isolamento necessario e forzato, di perdita di identità di gruppo, proviamo almeno virtualmente a mantenere insieme la nostra piccola comunità offrendo contenuti nuovi e significativi dal nostro grande archivio. Tutta la “famiglia” di Casa della poesia (poeti, operatori culturali, amici, lettori, appassionati e la redazione di Potlatch) si stringe in un abbraccio virtuale che trova nella poesia una forma di resistenza, di riflessione, di consolazione, d’amore, di aiuto, di lotta e di speranza. Dall’eremo di Casa della poesia, in questa rubrica “la poesia che ci salva”, proponiamo “Esilio / Exile” una poesia di Genny Lim, la poetessa cino-americana che doveva essere ospite dei progetti di Casa della poesia proprio in questi giorni. La traduzione di Raffaella Marzano è parte del libro “La morte del tempo” (Multimedia Edizioni, 2017) e la foto di copertina è di Salvatore Marrazzo. Augurandoci di venir fuori presto da questo incubo, invitiamo come farebbe Izet Sarajlić a stare insieme, uniti e a passeggiare almeno in una poesia. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Genny Lim
Esilio
Nello spazio azzurro e limpido
una nube a imbuto gira
nel suo vortice
Carne, forma, usanze e giuramenti
paese e averi abbandonati
in un solo respiro
E siamo noi, le donne, a soffrire tutto
come monache rinchiuse nell’ombra
sotto grondaie e mangrovie
i nostri desideri piccoli e indecifrabili
come granelli di polvere
Traduzione: Raffaella Marzano
Genny Lim
Exile
In clear, blue space
a funnel cloud spins
into its vortex
Flesh, form, custom and oaths
Country and possessions jettisoned
in one breath
And it is we, women, who suffer all
like nuns cloistered in shadows
under eaves and mangroves
our desires small and undecipherable
as dust motes
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