In questo momento così difficile di isolamento necessario e forzato, di perdita di identità di gruppo, proviamo almeno virtualmente a mantenere insieme la nostra piccola comunità offrendo contenuti nuovi e significativi dal nostro grande archivio. Tutta la “famiglia” di Casa della poesia (poeti, operatori culturali, amici, lettori, appassionati e la redazione di Potlatch) si stringe in un abbraccio virtuale che trova nella poesia una forma di resistenza, di riflessione, di consolazione, d’amore, di aiuto, di lotta e di speranza. Dall’eremo di Casa della poesia, in questa rubrica “la poesia che ci salva”, non poteva mancare il caro Tony Harrison (nel giardino di Casa della poesia nella foto di copertina e al Giardino della Minerva di Salerno nella foto a fine pagina). La poesia scelta, breve e fulminante è “Eredità / Heredity”. La traduzione è di Massimo Bacigalupo (dal libro V. e altre poesie, Einaudi). Augurandoci di venir fuori presto da questo incubo, invitiamo come farebbe Izet Sarajlić a stare insieme, uniti e a passeggiare almeno in una poesia. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Tony Harrison
Eredità
Come sei diventato poeta è un mistero
Dove cavolo hai preso il tuo talento?
Dico: avevo due zii, Jack e Harry –
uno era muto, l’altro balbuziente.
Traduzione: Massimo Bacigalupo
Tony Harrison
Heredity
How ou became a poet’s a mistery!
Wherever did you get your talant from?
I say: I had two uncles, Joe and Harry –
one was a stammerer, the other dumb.
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