AGNETA FALK: BLU / BLUE
Video di Pier Paolo Iagulli, Mirko Arcese, Francesco Galdieri
Testo di presetazione di Jack Hirschman
© Casa della poesia, 2004
Quando Willem de Kooning scrisse che la scrittura e la pittura erano la stessa cosa, si riferiva, tra l’altro, a un momento rivoluzionario nella storia delle arti moderne, il periodo dei movimenti futuristi e costruttivisti russi in cui la pittura e la parola scritta o stampata erano usate con un’equità che rifletteva uno dei sogni della rivoluzione bolscevica.
Agneta Falk è una pittrice e una poetessa che lavora in questa tradizione. La pittura e la calligrafia delle sue tele sono un tutt’uno, un connubio tra le due forme d’arte in cui l’integrazione vuole suggerire non una predominanza dell’una o dell’altra, ma piuttosto un’equilibrata compenetrazione di entrambe, per manifestare un’uguaglianza e un’equanimità di forma e contenuto che incontra lo sguardo con un senso di profondità sia intima sia pubblica.
Per coglierla in azione su pellicola bisognerebbe trovare un regista e una macchina da presa che non solo “guardino” la sua arte nel senso di vederla, ma che “scrivano” insieme ad essa.
È quello che ha fatto il giovane regista Pierpaolo Iagulli in questo magico film-poema.
Pier Paolo Iagulli, che si alterna alla macchina da presa con Mirko Arcese, restituisce a questo strumento la sua fondamentale dimensione mimetica, cioè imita i gesti dell’artista senza necessariamente identificarsi con essi; cioè si impegna con la macchina da presa nel processo di creazione di un’opera d’arte da parte della Falk, puntando la macchina da presa, per così dire, dai quattro angoli dell’obiettivo. E così rivelando le mani di Falk al lavoro, rivelano anche il movimento mimetico della macchina da presa.
Inoltre, la Falk ha una voce superba e il filmato include una traccia della lettura della sua poesia “In the Blue”, brillantemente integrata con il movimento mimetico della macchina da presa e il giovane compositore Francesco Galdieri, elabora una partitura musicale e le parole in modo che si uniscano alla “scrittura” grafica e calligrafica per creare un’opera cinematografica luminosa come una gemma.
Riprendendo la tela da angolazioni sia al di sopra che al di sotto dell’artista in azione, Iagulli è in grado di rivelare una monumentalità che comprende l’opera d’arte, il suo creatore e lo stesso processo cinematografico.
Tutti e tre sono necessari – con le integrazioni musicali e di spoken-word – per questo tributo sperimentale all’azione creativa.
La pittura-scrittura è mostrata essenzialmente come un matrimonio di forme.
Le immagini dell’artista, soprattutto delle sue mani nell’atto di creare e dei suoi momenti di riflessione tra un gesto e l’altro, evocano l’intensità mentale del processo creativo.
E l’occhio della telecamera, che “vede con” l’artista e allo stesso tempo scopre nella sua creazione una serie di piaceri imaginifici, restituisce questo brillante film di un’artista brillante all’opera, in modo dinamico.
Sono la creazione e la rivelazione stesse ad essere rese con passione e cura e con il fuoco blu nel cuore della fiamma creativa.
Jack Hirschman
When Willem de Kooning wrote that writing and painting were the same, he was referring—among other things—to a revolutionary moment in the story of the modern arts, the period in the Russian futurist and constructivist movements when painting and the written or printed word were used with an equity that reflected one of the dreams of the bolshevik revolution.
Agneta Falk is a painter, and a poet, who creates in that tradition. Her painting and the calligraphization of her canvasses are all of a piece, a marriage of the two art forms in which the integration is intended to suggest a predominance of neither one nor the other but rather a balanced interpenetration of both, in order to manifest an equality and equanimity of form and content which meets the eye with a sense both of intimate and public depth.
To capture her in action on film one would have to find a director and camera that not only “views” her art in the sense of seeing it, but which also “writes” along with it.
This is what the young new director Pierpaolo Iagulli has achieved in this magical film-poem.
Iagulli, who also alternately works the camera along with Mirko Arcese, returns that instrument to its fundamental mimpathetic dimension, by which I mean that they imitate the gestures of the artist without necessarily identifying with them; that is, they engage with the camera the process of Falk’s creation of a work of art by aiming the camera from the, so to speak, four corners of the lens. And by thus revealing Falk’s hands at work they reveal the mimetic motion of the camera as well.
Moreover, Falk has a superb reading voice, and the film includes a track of her reading of her poem, “In the Blue”, brilliantly integrated with the mimetic motion of the camera by young composer Francesco Galdieri, so that the musical scoring and the sounded words are joined with the graphic and calligraphic “writing” to create a refracting gem of a cinematic work.
By filming the canvas from angles both above and below the artist in action, Iagulli is able to reveal a monumentality that is inclusive of the art work, its creator and the filmmaking process itself.
All three are necessary—with the spoken-word and musical integrations as well—for this experimental tribute ultimately to creative action.
The painting-writing is shown as essentially the wedding of forms.
Images of the artist, especially of her hands in the act of creating and her thoughtful moments between gestures, evoke the mindful intensity of the creative process.
And the camera eye, which “sees with” the artist and at the same time discovers in her creation a number of imagistic delights, makes this brilliant film of a brilliant artist at work dynamically.
Rather it IS creation and revelation themselves rendered with passion and care and the blue fire at the heart of the creative flame.
Jack Hirschman
Blu infinito
Mio padre mi ha lasciato un parco
– A. Tennyson –
soffiami via
soffiami via
da tutto questo blu
accarezzami gentilmente
passa la tua mano
lungo la mia schiena
questo è il messaggio
per i tuoi pensieri
l’odore del blu
infinito blu
e il tocco
del tuo palmo
sulla mia schiena
Nel blu
Vedo il mondo
quando chiudo gli occhi
quando ascolto nel blu.
Sento una voce che vissuto
nel blu tanto a lungo da contenere
ogni errore, ogni memoria e fantasia.
Una voce ridotta a nulla
così lieve che posso udire ogni nome
in un unico nome, dove la fiamma blu sfiora
questo nome trasformandolo in un sussurro che brucia,
la voce che ti sale dal di dentro
e ti porta al mare
dove una bufera cresce
e ti riconduce all’indietro sull’acqua calma,
la voce che va
dove nessun altro osa.
Quella voce mi arde dentro
nel blu.
*Le poesie di Agneta Falk sono tratte dal volume “It’s not love it’s love” edito dalla Multimedia Edizioni. La traduzione è di Raffaella Marzano.
Infinite Blue
My father left a park to me
– A. Tennyson –
blow me away
blow me away
from all this blue
stroke me gently
glide your hand
across my back
this is my message
for your thoughts
the smell of blue
infinite blue
and the touch
of your palm
on my back
In the blue
I see the world when I close my eyes
when I listen in the blue.
I hear a voice which has lived
in the blue so long that it contains
all memories, all mistakes, all fantasies.
A voice in zero, where it’s quiet
so quiet that I can hear all names
in one name, where the blue flame licks
this name to a burning whisper,
the voice that lifts you from inside
takes you out to sea
where a thunderstorm is building
and brings you back over the still water,
the voice that goes
where nobody else dares.
that voice burns in me,
in the blue.
Lascia un commento