La meravigliosa Francisca Aguirre, nata ad Alicante il 27 ottobre 1930 e scomparsa il 13 aprile 2019, figlia del pittore Lorenzo Aguirre, vittima della dittatura franchista, è una delle voci essenziali della generazione di poetesse spagnole nate e cresciute sotto il segno della Guerra Civile. Poetesse che dovettero iniziare la loro opera in mezzo a una doppia censura e un doppio esilio interiore: scrivere sotto la dittatura franchista e cercare di farsi ascoltare in un panorama poetico stabilito e occupato fondamentalmente da uomini. Arrivata tardi alle pubblicazioni ha ricevuto i maggiori riconoscimenti culturali spagnoli fino al Premio Nacional de las Letras Españolas (nel 2018 pochi mesi prima della sua scomparsa). “Batte una vita eterna nei ritratti / Late una vida eterna en los retratos” è un testo bellissimo che Guadalupe Grande (poetessa e figlia di Francisca, purtroppo anche lei scomparsa nel 2021) ha trasformato in un emozionante video “familiare e poetico”. Multimedia Edizioni / Casa della poesia ha già pubblicato di Francisca Aguirre “Paesaggi di carta“, “Specchio, specchio” e “Che stiri Rosa Luxemburg“. L’immagine di copertina è di Salvatore Marrazzo che fotografa Paca Aguirre nel cortile-giardino di Casa della poesia. Prosegue l’impegno di Potlatch e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, condivisa.
Francisca Aguirre
Batte una vita eterna nei ritratti
Batte una vita eterna nei ritratti.
Quel che non si compì, ha lì il suo spazio,
il suo futuro impossibile, il suo trionfo sorprendente.
A volte ci stupisce lo scorrere del tempo in un cartoncino,
il battito che vibra in quella superficie;
duole la vita che ebbe movimento,
un sorprendente e strano movimento che senza un perché
distilla un vago aroma di progetto inconcluso,
di timido bozzetto restaurato.
Ma è là
che ci guarda dall’antico cartoncino
da un qualche luogo permanente
disperdendo la nebbia che vi ha depositato il tempo.
E allora siamo per sempre
il tremito dei volti che ci guardano,
la superficie tersa dello stagno che non c’è
e il crepuscolo dorato che colora
le foglie degli alberi.
Il là e il qua corrono lentamente,
verso il ponte che mai attraverseremo.
A volte piove nei ritratti.
Traduzione: Raffaella Marzano
Francisca Aguirre
Late una vida eterna en los retratos
Late una vida eterna en los retratos.
Lo que no se cumplió, allí tiene su espacio,
su futuro imposible, su triunfo sorprendente.
A veces nos asombra el discurrir del tiempo en una cartulina,
el latido que vibra en esa superficie;
duele la vida que tuvo movimiento,
un sorprendente y raro movimiento que sin porqué
destila un vago aroma de proyecto inconcluso,
de tímido boceto restaurado.
Pero allí está
mirándonos desde la antigua cartulina
desde algún sitio permanente
apartando la niebla que ha ido depositando el tiempo.
Y entonces somos por siempre
el temblor de los rostros que nos miran,
la superficie tersa del estanque que no está
y el dorado crepúsculo que tiñe
las hojas de los árboles.
El allí y el aquí corren despacio,
hacia el puente que nunca cruzaremos.
De vez en cuando llueve en los retratos.
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