Tra gli incontri straordinari e fondamentali per la nostra crescita, in questi 28 anni di Casa della poesia, quello con Josip Osti, ci riempie di gioia e di lacrime. La gioia è dovuta all’aver incontrato e aver ricevuto l’amicizia di uno dei più grandi poeti europei contemporanei, lacrime per la perdita avvenuta il 26 giugno di tre anni fa, dopo una lunga malattia alla quale aveva resistito con coraggio e continuando sempre scrivendo. Josip Osti è stato un fratello per noi, e noi per lui “la famiglia italiana”. Un gigante della poesia europea, un uomo meraviglioso. Ampliando il lascito di Izet Sarajlić, Josip ha continuato per tutta la vita a scrivere poesie amorose, sensuali, ma anche cariche, nella tradizione balcanica, di ironia, ma come Sarajlić aveva dovuto raccontare, facendosene carico, la dissoluzione del suo paese, la guerra, il disintegrarsi di un mondo e di una lingua. Nato a Sarajevo era poi diventato cittadino sloveno assumendone anche la lingua. Tante le occasioni vissute insieme, tante letture, partecipazioni a festival, presentazioni (abbiamo avuto l’onore di pubblicare 5 suoi libri), viaggi. Indimenticabile il brindisi una mattina con un bicchiere di poderoso teran nel “giardino magico” della sua casa di Tomaj, sul Carso, a pochi chilometri dal confine italiano, dove ogni oggetto, ogni angolo raccontava di lui, delle sue mani, delle sue passioni, delle sue visioni. Come sono indimenticabili le sue permanenze a Casa della poesia. Non potremo dimenticare Josip e faremo di tutto per poterlo ricordare a tutti gli amanti della poesia. Amico caro, “albero che cammina, corre vola”, come tu hai scritto “l’amore ti ha fatto poeta” e di quell’amore siamo e saremo testimoni. Come poesia della settimana abbiamo scelto la bellissima “Tramonto del sole / Sončni zahod”, tradotta in italiano dalla grande Jolka Milič. La registrazione è stata realizzata a Casa della poesia nel 2006, la foto di copertina è di Salvatore Marrazzo (Josip Osti è con Sinan Gudžević nel cortile-giardino di Casa della poesia). Continua l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
Josip Osti
Tramonto del sole
Lo so che sui gusti non si discute. Io
preferisco le lande carsiche ai campi di
battaglia e alle macerie riarse bosniache.
Gli spettacoli chiamati kitsch ai classici
e bei paesaggi di morte. Non mi vergogno
di riconoscere che continua ad affascinarmi
il tramonto del sole a Tomaj. Quando nel cielo
spaziano le nuvole rosse. Quando incomincia
a ondeggiare lievemente l’indorato e rosso
mare di colline, boschetti e vigneti. Quando su
questo mare, da cui si erge Monrupino come
un faro, cammina lentamente un cavallo solitario.
Trasparente dalla luce troppo intensa, come ogni
cosa tutt’intorno. Quando all’anima crescono le ali
e con sguardo d’angelo abbraccia l’orizzonte, più
vasto dei confini statali. Quando tutt’intorno a me
è come nelle poesie di Srecko Kosovel. Anche
il silenzio. Diverso e più sommesso che altrove. Il
silenzio con cui si annuncia la vita e non la morte.
Traduzione: Jolka Milič
Josip Osti
Sončni zahod
Vem, da o okusih ni razpravljati. Meni so
bolj všeč kraske gmajne kot bosanska
bojišča in pogorišča. Prizori, ki jih
imenujejo kič, bolj kot klasično lepi
pejsaži mrtvih. Ne sramujem se priznati,
da me vedno znova močno prevzame sončni
zahod v Tomaju. Ko po nebu plavajo rdeči
oblaki. Ko blago vzvalovi zlato-rdeče
morje hribčkov, gozdičkov in vinogradov.
Ko po tem morju, iz katerega se, kot
svetilnik, dviga Repentabor, počasi hodi
samoten konj. Od premočne svetlobe
prosojen, kot vse naokrog. Ko duši
zrastejo krila in s pogledom angela
objame obzorje, širše od državnih mej.
Ko je vse okrog mene kot v pesmih Srečka
Kosovela. Tudi tišina. Drugačna in tišja
kot drugje. Tišina, s katero se oglaša
življenje, ne pa smrt.