Non riusciamo a trovare le giuste parole per raccontare l’orrore, l’angoscia, la paura, lo sdegno, utilizziamo allora quelle dei poeti, certi che i loro versi sapranno parlare al cuore e alla mente di chi vorrà leggerli. In questi momenti bui della nostra storia comune la poesia ci soccorre, ci aiuta, ci cura, ci fa riflettere e sperare, ci porta nel quotidiano, nella vita delle persone sconvolte dalla guerra, nel nostro e nel loro cuore infranto. La guerra segnala la crudeltà degli uomini, si costruiscono muri, barriere, si individuano i nemici, gli altri, i diversi, la poesia contribuisce a far circolare parole d’ordine come solidarietà, amicizia, fratellanza, libertà; abbatte barriere e costruisce ponti, si fa terreno d’incontro, di scambio, di elaborazione di un pensiero critico, di pensieri di libertà. La poesia a volte sembra essere l’unica e sola prova dell’esistenza dell’uomo e dell’umano, la resistenza dell’umanesimo alla barbarie.
Per la Palestina, per Gaza, per restare umani.
Ecco una poesia in due parti di di Sotirios Pastakas, amico, fratello, traduttore, poeta, appena passato da Casa della poesia (per il Festival della pace organizzato dal Comune di Baronissi): “Un uomo piange il suo cane / Un cane piange il suo padrone” (ΑΝΤΡΑΣ ΚΛΑΕΙ ΤΟΝ ΣΚΥΛΟ ΤΟΥ / ΣΚΥΛΟΣ ΚΛΑΙΕΙ ΤΟ ΑΦΕΝΤΙΚΟ ΤΟΥ).
Nelle foto: Sotirios Pastakas a Casa della poesia e l’incontro con i giovani studenti di Baronissi.
Sotirios Pastakas
UN UOMO PIANGE IL SUO CANE
Sangue, carne, ferro, lamiere
mucchi di mattoni e colonne
macerie, strade, la casa
nient’altro che una montagna di pietre.
Immobile in cima
un uomo piange il suo cane.
Piangono con lui le donne
tra le ceneri e il fragore.
Per i bambini piangono
sirene bombe carne
bambini non ancora nati massacrati.
Rovine di ospedali e scuole
piangono i loro nonni
e lui piange il suo cane.
UN CANE PIANGE IL SUO PADRONE
Sangue, carne, ferro, lamiere
mucchi di mattoni e colonne
macerie, strade, la casa
nient’altro che una montagna di pietre.
Immobile in cima
un cane piange il suo padrone.
Piangono con lui le donne
tra le ceneri e il fragore.
Per i bambini piangono
sirene bombe carne
bambini non ancora nati massacrati.
Rovine di ospedali e scuole
piangono i loro nonni
e lui piange il suo padrone.
Traduzione: Raffaella Marzano

ΣΩΤΉΡΗΣ ΠΑΣΤΆΚΑΣ
ΑΝΤΡΑΣ ΚΛΑΕΙ ΤΟΝ ΣΚΥΛΟ ΤΟΥ
Αίμα σάρκες σίδερα λαμαρίνες
σωροί τα τούβλα κι οι κολώνες
συντρίμμια οι δρόμοι το σπίτι
ένα βουνό από πέτρες.
Ασάλευτος στην κορυφή
κλαίει ένας άντρας τον σκύλο του.
Κλαίνε μαζί του τις γυναίκες
μέσα στη στάχτη και τον κουρνιαχτό.
Για τα παιδιά θρηνούν
σειρήνες μπόμπες σάρκες
σφαγμένα αγέννητα μωρά.
Χαλάσματα χειρουργεία και σχολεία
κλαίνε τους παππούδες
κλαίει τον σκύλο του κι αυτός.
ΣΚΥΛΟΣ ΚΛΑΙΕΙ ΤΟ ΑΦΕΝΤΙΚΟ ΤΟΥ
Αίμα σάρκες σίδερα λαμαρίνες
σωροί τα τούβλα και οι κολώνες
συντρίμμια οι δρόμοι το σπίτι
ένα βουνό από πέτρες.
Ασάλευτος στην κορυφή
κλαίει ένας σκύλος το αφεντικό του.
Κλαίνε μαζί του τις γυναίκες
μέσα στη στάχτη και τον κουρνιαχτό.
Για τα παιδιά θρηνούν
σειρήνες μπόμπες σάρκες
σφαγμένα αγέννητα μωρά.
Χαλάσματα χειρουργεία και σχολεία
κλαίνε τους παππούδες
κλαίει τον αφέντη του κι αυτός.

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