Anche questa settimana le due rubriche del lunedì “Casa della poesia incontra la Città” (e ringraziamo la redazione del quotidiano che ci ospita celebrando i 25 anni di Casa della poesia) e l’ormai storica “poesia della settimana” si fondono.
Per questo nuovo appuntamento settimanale vi proponiamo i versi di un grande poeta e rivoluzionario haitiano, Paul Laraque (1920-2007), che ha conosciuto l’esilio e dall’esilio ha scritto, confidando nella forza della scrittura come forma di lotta rivoluzionaria, per la liberazione del suo paese, uno dei più poveri del mondo, martoriato da continui colpi di stato e violenze. In esilio dal 1961 negli Stati Uniti, professore di lingue romanze, premio Casa de las Americas nel 1979 primo di lingua francese, poeta, ha scritto sia in francese che in creolo. Rientrato ad Haiti nel 1986 dopo la caduta del regime e della dinastia dei Duvalier, nel 1991 deve di nuovo andare in esilio dopo il nuovo colpo di stato che depone il presidente eletto Aristide. Laraque è stato uno dei primissimi grandi poeti internazionali a partecipare a quello che stava per diventare il progetto di Casa della poesia e nel 1994 è stato Salerno per presentare la sua raccolta “La sabbia dell’esilio”. Ecco una sua poesia d’amore, ma anche di rivolta e di libertà, “Piccolo testamento” (Petit testament), tradotto da Giancarlo Cavallo. Trovate qui in Potlatch, il testo originale e soprattutto la lettura di Laraque effettuata nel corso delle presentazione del suo libro “La sabbia dell’esilio” pubblicato dalla Multimedia Edizioni. La foto del 1994, dall’archivio di Casa della poesia, documenta l’incontro con il grande poeta haitiano a Salerno a Spaziodonna. La registrazione è stata realizzata in quell’occasione. Continua l’impegno di Potlatch e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, condivisa.
Paul Laraque
Piccolo testamento
amore mio
sei arrivata nel momento in cui io abbattevo l’ultimo idolo
la savana della disperazione era in questo sguardo
in cui la mia immagine abita per sempre mutilata
l’angelo del dolore è bello come il pericolo
tu sei il miracolo dell’acqua nel deserto della sete
e il tuo ventre il diadema di un impero ritrovato
ho vissuto nella sola speranza degli uomini
che scuotono l’oggi perché nasca il domani
un giorno io prenderò la testa dei miei
per forgiare la fortuna alle armi della miseria
i tarli dell’angoscia rodono le notti d’attesa
mani nere spiegano lo stendardo dell’alba
la terra sarà infine di chi l’avrà vangata
un bambino è diventato il centro della vita
voglio comparire davanti al suo tribunale
e che egli dica
tu fosti un uomo
Traduzione: Giancarlo Cavallo
Paul Laraque
Petit testament
mon amour
tu vins au moment où j’abattais la dernière idole
la brousse du désespoir était dans ce regard
où mon image demeure à jamais mutilée
l’ange de la douleur est beau comme le danger
tu es le miracle de l’eau au désert de la soif
et ton ventre de diadème d’un empire retrouvé
j’ai vécu dans la seule espérance des hommes
qui secouent aujourd’hui pour que naisse demain
un jour je prendrai la tête des miens
pour forger le bonheur aux armes de la misère
des mains noires déploient l’étendard de l’aube
la terre sera enfine à qui l’aura remuée
un enfant est devenu le centre de la vie
je veux comparaître à son tribunal
et qu’il dise
tu fus un homme
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