Devorah Major, regina della poesia afro-americana e della jazz-poetry, terzo poeta laureato della città di San Francisco, ha colpito con forza il cuore e l’anima degli spettatori che hanno avuto la fortuna di incontrarla negli eventi organizzati da Casa della poesia. Come scrive la poetessa cino-americana Genny Lim “le sue poesie sono dirette e provengono dal corpo e dall’anima per aprire i nostri cuori alla consapevolezza del razzismo che ci separa come esseri umani e della violenza che ci disumanizza”. Nata a Berkeley e trasferitasi a due anni a San Francisco in California, nipote di immigrati, regolari e irregolari, lavora come scrittrice, editor, insegnante di scrittura e di poesia, performer. Ha collaborato con organizzazioni e gruppi che si occupano di poesia afro-americana, beat-poetry e poesia di resistenza. Scrive il noto poeta Tongo-Eisen-Martin “Major mi ha insegnato che una poesia richiama masse. Ho smesso di parlare sottovoce. Mi ha insegnato quanta fisicità e pratica di lotta occorra per scrivere poesie”. La poesia scelta è una delle sue poesie più famose “Stardust / Povere di stelle”, che ricorda insieme a tutte le debolezze e le bruttezze, le infinite potenzialità dell’essere umano e “la scintilla di divino” in ognuno di noi. Devorah Major ha pubblicato il suo primo volume italiano “A braccia aperte”, titolo non casuale per il suo modo di intendere la poesia come un abbraccio, con Multimedia Edizioni nel 2018. La traduzione è di Raffaella Marzano, la foto di copertina di Salvatore Marrazzo. La registrazione realizzata nel corso di Napolipoesia 2001. Con Devorah Major, Gaspare Di Lieto al pianoforte, Giovanni Amato alla tromba, Maurizio Carbone alle percussioni. Prosegue la collaborazione con il quotidiano “la Città” in occasione dei 25 anni di Casa della poesia.
Devorah Major
Polvere di stelle
dall’argilla
avvertono
cenere alla cenere
intonano
venite dalla terra
e alla terra ritornerete
ammoniscono
ci ricordano
che siamo mortali
e soggetti alla morte
eppure insistono con i loro eterni
demoni e angeli
paradiso o purgatorio
semplicemente umani
con un determinato
numero di giorni
ma siamo esplosi come nove
bruciati attraverso galassie
abbiamo esplorato le lontane distanze della via lattea
cavalcato sulla coda delle comete
danzato sul bordo degli asteroidi
finché
in una vertiginosa
frenesia di passione
siamo precipitati
attraverso l’ozono viscoso
oltre le algide nuvole
per stabilirci nel fango
nutrendo il fondo dell’oceano
fu lì che decidemmo
di farci crescere arti e lingua
pur trattenendo in noi
la verità della nostra origine
magnesio
calcio
ferro
siamo della materia
di cui sono fatte le stelle
è un fatto scientifico
una verità cosmica
in ignoranza
e conoscenza
serbiamo in noi
grani di divino
e lo abbiamo sempre fatto
Traduzione: Raffaella Marzano
Devorah Major
Stardust
out of clay
they caution
dust to dust
they intone
from earth you came
and to earth you will return
they admonish
they remind us
we are mortal
and subject to death
yet insist on their eternals
demons and angels
paradise or purgatory
merely human
with a finite
measure of days
but we have exploded as novas
burned through galaxies
explored far reaches of the milky way
ridden on the tails of comets
danced on the edge of asteroids
until
in a dizzying
frenzy of passion
we fell
through the viscous ozone
past cooling clouds
to settle in the ooze
feeding the ocean’s floor
it was there that we decided
to grow limbs and tongue
all the while holding inside
the truth of our origin
magnesium
calcium
iron
we are the stuff
that stars are made of
it is a scientific fact
a cosmic trust
in ignorance
and in knowing
we hold grains of the divine
inside ourselves
and we always have