Anche questa settimana le due rubriche del lunedì “Casa della poesia incontra la Città” (e ringraziamo la redazione del quotidiano che ci ospita celebrando i 25 anni di Casa della poesia) e l’ormai storica “poesia della settimana” si fondono.
Prosegue la galleria d’incontri nel lungo percorso di vita di Casa della poesia. Ivo Machado è nato nell’ottobre del 1958 nell’Isola Terceira delle Azzorre, in Portogallo. Dopo aver studiato alle Azzorre e a Lisbona, nel 1987 ha lasciato le isole per trasferirsi a Porto. È una delle voci più forti e intense della cultura lusitana. Numerose le sue pubblicazioni e partecipazioni a festival e ad incontri di poesia con traduzioni delle sue poesie in italiano, spagnolo, inglese, slovacco, bosniaco e ungherese.
Ivo Machado, porta con sé, come ogni isolano, nell’espressione, nel sentimento, nel tempo, la memoria insondabile di venti, onde, maree, il desiderio del viaggio assieme a quello del ritorno, il desiderio di libertà e di conoscenza. Lo sguardo che sempre scruta l’orizzonte, i sensi abituati ad avvertire i cambiamenti del vento, delle maree, i voli degli uccelli. La sua poesia, a volte è densa di una torrenzialità verbale, che nasce da una necessità spasmodica di comunicazione. Come se navigasse per mari e fiumi, avvistando terre con uomini, animali, pietre e alberi è alla ricerca di quello che la poesia sa: che la libertà è eterna e che l’eternità è libera. Il destino delle parole è rispondere alle angosce dei poeti. Nelle ultime opere Machado la poesia diventa frammento diaristico colloquiando di nuovo con gli amici in forma diretta o inviando messaggi dai luoghi in cui si reca.
La poesia scelta è la bellissima “Patria / Pátria“, una poesia-manifesto che colpisce ed emoziona. La traduzione è di Filipa Matos, la registrazione realizzata nel corso di Napolipoesia nel Parco, nel 2009. Con Ivo Machado alle chitarre Luca Capasso e Fabio Notari. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
IVO MACHADO
Patria
Credo nell’arcobaleno, nella calce di una vecchia casa e nella riconciliazione
delle voci dissonanti; credo nell’esaltazione della scintilla incendiaria
degli amanti; credo nella chiarezza dell’anima e dello spirito della pioggia;
credo nella causalità della luna sulle maree, nella libertà, nelle parole
Credo nei pesci, nei segreti del mare; credo nei sortilegi
di un albero, nella virtù della pace; credo nella fertilità della poesia
e nei quattro elementi; credo nell’essenza dei vulcani e dei fiumi;
credo nell’eternità delle biblioteche, nella resurrezione del Poeta
Credo negli uccelli, nei doni della terra, nella bontà del sole;
credo nell’agitazione dei girasoli all’alba; credo nei giorni
che verranno, nella musica, nelle rose, nella fecondità dei venti.
Ecco la patria che ammetto; credo in essa senza timore di invecchiare.
Traduzione: Filipa Matos
IVO MACHADO
Pátria
Creio no arco-íris, na cal duma velha casa e na reconciliação
das vozes dissonantes; creio na exaltação do ensejo do fogo
dos amantes; creio na claridade da alma e espírito da chuva;
creio na causa da lua sobre marés, na liberdade, nas palavras
Creio nos peixes, nos segredos do mar; creio nos sortilégios
duma árvore, na virtude da paz; creio no fecundo da poesia
e nos quatro elementos; creio na essência de vulcões e rios;
creio na eternidade das bibliotecas, na ressurreição do Poeta
Creio nos pássaros, nas dádivas da terra, na bondade do sol;
creio na agitação dos girassóis ao amanhecer; creio nos dias
que virão, na música, nas rosas, na fecundidade dos ventos.
Eis a Pátria que admito; creio nela sem medo de envelhecer.
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