La nuova “poesia della settimana” è dedicata ad un grande poeta, famoso sceneggiatore (suoi i primi film di Emir Kusturica e anche “Il cerchio perfetto” di Ademir Kenović), drammaturgo di Sarajevo, Abdulah SIdran. Insieme a Izet Sarajlić è stata la grande voce della Sarajevo sotto assedio ed è il custode della vocazione interetnica e intereligiosa quella città. Il testo scelto è “Ho bisogno, anima mia / Potrebno mi je, dušo“, che potete come al solito leggere in traduzione, in lingua originale e ascoltare dalla bella voce di Sidran. La traduzione è di Silvio Ferrari, tratta dal libro “La bara di Sarajevo / Sarajevski tabut“, la registrazione realizzata a Casa della poesia, nel 2010 nel corso di un tour italiano del poeta. Prosegue l’impegno e la dedizione di Potlath e di Casa della poesia per una cultura libera, democratica, condivisa.
Abdulah Sidran
Ho bisogno, anima mia
Ho bisogno, di tanto in tanto, di credere che amo qualcuno, per strada, riconosco qualche soave donna dall’andatura e poi, soffro un po’ a causa sua. E quando scende la notte nella mia stanza, sul tavolo e sul letto – mi metto a fantasticare: lei arriverà al mattino, girerà dolcemente la chiave nella triste serratura, si chinerà sul mio letto, come una madre – tanta accortezza nel suo movimento pieno di premura, pudore nel tocco della mano, al quale io apro gli occhi, e la tasto, dicendo: “Ho bisogno, anima mia, di tanto in tanto, di credere che voglio bene a qualcuno, e lo amo, in mattini come questo, pieni di terrore, ma deserti…”
Traduzione: Silvio Ferrari
Abdulah Sidran
Potrebno mi je, dušo
Potrebno mi je, s vremena na vreme, da verujem kako nekog volim, na cesti, neku blagu ženu po hodu prepoznajem,i trpim, kao, zbog nje.Pa kada legne noć u moju sobu, na sto i postelju – zamišljam: ona će ujutru stići, mehko ključ u tužnoj bravi okrenuti, nad postelju mi se nadnijeti, kao majka – čist oprez u brižnom kretu, čednost u živoj ruci, pod kojom oči otvaram, i dodirujem je, govoreći:,”Potrebno mi je, dušo, s vremena na vrijeme, da vjerujem kako nekog volim, i ljubim, u jutrima ovim, punim strave, a pustim…”
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