La poesia della settimana è dedicata ad un grande poeta italiano del Novecento, Alfonso Gatto. La poesia è la sua bellissima “A mio padre” che potete ascoltare dalla voce del poeta. In occasione dei quarant’anni dalla tragica scomparsa del poeta salernitano, Potlatch pubblicherà alcuni interventi dedicati al poeta italiano. Le foto sono cortesemente concesse dalla Fondazione Mondadori. Prosegue l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.
ALFONSO GATTO:
A mio padre
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
da “La storia delle vittime” (1945)